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venerdì, Aprile 19, 2024
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Immigrato sparato a Napoli, l’ombra del clan sul racket agli ambulanti

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Punito dai clan della zona per imporre il pagamento del pizzo sugli affari degli ambulanti, anche stranieri, della zona. È una delle piste, su cui sta lavorando gli inquirenti, per dare un movente al ferimento di Cissé Elhadji Diebel, il 32enne ambulante senegalese gambizzato giovedì sera in via Milano, nel quartiere Vasto. Da anni i clan della zona rimpinguano le proprie casse con il racket, al quale non sfuggono né i commercianti regolari né gli ambulanti, italiani o stranieri che siano. Parte dei proventi, come spesso avviene, è utilizzata per pagare gli stipendi agli affiliati e ai carcerati. Secondo alcune ipotesi investigative, a costringere a versare una quota sugli affari sarebbe un nuovo clan i Mazzarella-Basile, attivo nell’area di Forcella, all’Annunziata e della Maddalena. In più, non va dimenticato come a ridosso della stazione centrale è da anni forte l’influenza del cartello criminale dei Contini, sempre quanto attesterebbero approfondimenti degli investigatori.  Ma si cela davvero il pizzo dietro al ferimento di Cissè? Resta da capirlo anche perché il diretto interessato ha detto e fatto intendere di non aver ricevuto minacce né di aver avuto alcun tipo di alterco con chicchessia. Non va tralasciata nemmeno un’altra pista, quella dell’aggressione a sfondo razziale, (anche se in verità un’ipotesi non esclude automaticamente l’altra), con il clima al Vasto fattosi negli ultimi tempi ancora più incandescente.

Diebel, intanto, resta ricoverato al reparto di Ortopedia al primo piano dell’ospedale Loreto Mare di Napoli. Il cittadino senegalese, con regolare permesso di soggiorno e in Italia da oltre un lustro, subirà, probabilmente nella giornata di lunedì, un intervento chirurgico alla gamba destra, quella colpita da uno dei tre proiettili esplosi. Soltanto grazie al telefonino che aveva in tasca, un secondo proiettile non s’è conficcato nell’altra gamba. A fare fuoco, secondo la sua testimonianza, due ignoti giunti in sella ad uno scooter giovedì sera in via Milano dove Cissè si trovava in compagnia di due amici. «Ero uscito di casa per andare a mangiare con alcuni amici – ha raccontato l’ambulante – All’improvviso è venuto verso di noi questo scooter con in sella due ragazzi. Credo avessero 20 anni o poco più, indossavano il casco. Senza dirmi neanche una parola, sono partiti tre proiettili. Uno mi ha colpito alla gamba destra all’altezza del ginocchio come ho già detto, mentre l’altro non si è conficcato nell’altra gamba solamente grazie al cellulare che avevo in tasca che ha parato l’impatto. Il terzo sparo, forse diretto alle persone che erano con me, è invece andato a vuoto perchè i miei amici erano già fuggiti. A quel punto mi sono accasciato a terra e ho chiesto aiuto, la stessa cosa i miei amici».

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Intanto ieri diverse centinaia di persone, a partire dagli appartenenti alla comunità dei senegalese sono scese in strada per gridare forte stop al razzismo. Diverse le invettive agli indirizzi del ministro dell’Interno Matteo Salvini, contro cui s’è scagliato anche il primo cittadino partenopeo Luigi de Magistris il quale, in un’intervista a Fanpage, ha definito il leader della Lega «ministro dell’insicurezza». Ma, mentre si svolgeva l’iniziativa, tanti cittadini napoletani del Vasto sono tornati a chiedere che, almeno in larga parte, gli stranieri della zona vadano altrove. Pesanti le parole proferite sui social da alcuni residenti del tipo: «Andate a raccogliere le patate in Africa, queste persone tornassero lì a mangiare le banane e si portassero anche i napoletani che manifestano con loro». Elogi anche per Matteo Salvini. «Evviva Salvini, ci vogliono le ruspe. Qui si difendono i diritti dei neri e noi italiani nessuno pensa? Quando gli immigrati hanno picchiato una ragazzina o un farmacista come mai nessuno è sceso in strada? Vuoi vedere che dobbiamo lasciare pure la nostra casa a loro? Il Vasto è diventato un “cesso’’».

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