Orologi contraffatti venduti per originali. Da qui è nata l’inchiesta sul riciclaggio che ha coinvolto diversi noti imprenditori di Napoli, tra cui i Festa e i D’Amelio. L’indagine è partita in seguito da una denuncia presentata nel 2016 da una consulente anticontraffazione della ‘Daniel Wellington’, noto marchio internazionale di orologi e gioielli. A seguito della denuncia furono poste sotto osservazione diverse società, tra cui la Better Time di Napoli, che secondo l’accusa commercializzavano prodotti contraffatti.
A seguito della perquisizione si procedeva al sequestro di 93 astucci, 3 orologi, 21 cinturini, 55 astucci completi di garanzia e 8 accessori, il tutto riportante il marchio ‘Daniel Wellington contraffatto. Nel 2017 ci fu il sequestro, presso la dogana francese di Chamonix, di 1.510 orologi recanti il marchio contraffatto Daniel Wellington, diretti alla “BETTER BRAND WATCH Srl”.
Le indagini successive hanno consentito di verificare la sussistenza di collegamenti con ulteriori società permettendo, altresì, di riunire l’indagine nata a seguito della denuncia della Daniel Wellington con altra indagine già in corso a carico degli indagati Festa Antonio, D’Amelio Salvatore ed altri soggetti per reati, in origine, inerente anche alla contraffazione di orologi. Secondo l’accusa questa società BETTER TIME srl, coinvolta nella commercializzazione di orologi a marchio contraffatto Daniel Wellington, era collegata alla società MINIMAL srl, a sua volta collegata alla famiglia Festa. “Il collegamento tra la BETTER TIME e la MINIMAL palesava, a sua volta come la prima, e le società alla stessa collegate, fossero inserite in una più vasta organizzazione dedita alla contraffazione di orologi a marchio contraffatto e, nel contempo, utilizzate per la ripulitura dei soldi provenienti dalla suddetta attività illecita”, scrivono i magistrati.
La ‘bella vita’ con i soldi del riciclaggio, l’inchiesta sul gruppo Festa-D’Amelio