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Indagine su riciclaggio del clan Contini, arrestato il direttore della pizzeria ‘Dal Presidente’

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Compare anche il nome di Massimiliano di Caprio, direttore della pizzeria ‘Dal Presidente’ di via Tribunali a Napoli, tra i 5 arrestati per l’inchiesta su camorra e riciclaggio. La Dda partenopea (pm Alessandra Converso e Daniela Varone) contesta il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. La società che gestisce la notissima pizzeria sarebbe, nella fattispecie, riconducibile al clan Contini.

La pizzeria, chiamata così perché aperta dal pizzaiolo che preparò la pizza all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, è stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni. Il valore dei beni sequestrati oggi dai finanzieri ammonta a circa 3,5 milioni di euro.

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[nextpage title=”La protezione del clan”]L’impresa di ristorazione sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente a una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le risultanze investigative e dei social network avrebbero permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della vendita di prodotti da forno.

[nextpage title=”Il sequestro milionario”]

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto degli indicati beni immobili l’importo complessivo di euro 412.435,00, versato in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Tale profitto illecito è stato sottoposto a sequestro in data odierna, unitamente alle quote delle società,
all’impresa individuale e agli immobili oggetto di intestazione fittizia, il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro

[nextpage title=”L’accusa per il post omofobo”]

Massimiliano Di Caprio, nel luglio del 2022, è finito nella bufera per un commento omofobo pubblicato su Instagram da lui definito “solo uno sfogo”.

Il post lo trasformò nel giro di poche ore in un bersaglio, con da centinaia di repliche via social anche di boicottare la sua attività con recensioni negative. Di Caprio pubblicò una storia su Instagram (da tempo rimossa) in cui tra l’altro si leggeva: “Non me ne f….te di consensi e di avere più clienti, o di candidarmi in politica per avere voti e fare soldi. Io sono un uomo e non voglio offendere la legge di Gesù Cristo, che ha creato uomo e donna”.

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