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Innocente uccisa nella faida tra clan, annullata la condanna al boss

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Innocente uccisa nella faida tra clan, annullata la condanna al boss. La Suprema Corte di Cassazione, V sezione penale, in totale accoglimento
delle molteplici ragioni indicate dal cassazionista Dario Vannetiello, ha annullato
la sentenza di condanna ad anni 20 di reclusione per l’omicidio di Anna Rosa
Tarantino e per il tentato omicidio di Giuseppe Casadibari, azione di fuoco che
avvenne a Bitonto il 30 dicembre 2017.

La sentenza annullata fu emessa dalla Corte di assise di appello di Bari in data
8 aprile 24, la quale si era espressa in sede di giudizio di rinvio alla luce
dell’accoglimento del precedente ricorso per cassazione presentato dall’avvocata
Giulia Buongiorno, alla quale poi è stato preferito l’avv. Dario Vannetiello.
I giudici capitolini hanno annullato con rinvio anche la sentenza di condanna
a carico di Alessandro D’Elia, difeso dall’avvocato Giuseppe Giulitto di Biagio,
mentre hanno rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Rocco Papaleo.

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La sparatoria per la droga

La ragione scatenante fu individuata nella reazione di Conte alla sparatoria subita qualche minuto dal gruppo Conte che si contendeva con il clan Cipriani la gestione del traffico di droga nel centro storico di Bitonto.

Dovrà procedersi ad un nuovo giudizio di merito dopo che la Cassazione
rende note le ragioni per le quali ha deciso di annullare la sentenza di condanna.
Appare indubbio che il secondo annullamento partorito dalla Suprema Corte
costituisce una sensibile elisione del teorema accusatorio che aveva individuato in
Conte il mandante della azione omicidiaria, la quale aveva raggiunto, per errore dei
sicari, anche l’innocente Anna Rosa Tarantino.

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