giovedì, Luglio 31, 2025
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Ipertensione arteriosa, nuova tecnica innovativa all’ospedale di Caserta

Una nuova tecnica innovativa per trattare l’ipertensione è stata sviluppata a Caserta, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano. Si tratta di una nuova procedura chiamata “denervazione renale”, utilizzata per trattare pazienti a cui la pressione arteriosa resta alta nonostante l’assunzione di farmaci.

Nuova procedura innovativa all’ospedale di Caserta per trattare l’ipertensione

La procedura innovativa è stata introdotta dall’Unità Operativa di Cardiologia a direzione universitaria, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano a Caserta. Consiste in un trattamento mininvasivo, e prende come bersaglio i i nervi localizzati intorno alle arterie renali, che possono diventare iperattivi e provocare l’ipertensione. Il paziente viene sedato e il medico effettua una puntura, di solito a livello inguinale, e inserisce nell’arteria un catetere a radiofrequenza finalizzato a ridurre l’iperattività dei nervi responsabili dell’ipertensione. Si tratta di una procedura sicura ed efficace, spiega Paolo Calabrò, direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale di Caserta. Infatti il catetere che viene inserito è di pochi millimetri e non reca alcun danno alla funzionalità dell’organo. Al momento sono stati trattati già 5 pazienti con ipertensione resistente, tutti con esito positivo.

Ipertensione arteriosa, quando i farmaci e la dieta non bastano 

Una persona su tre in Campania soffre di ipertensione arteriosa. E’ una patologia che può essere controllata attraverso i farmaci, con l’alimentazione e seguendo uno stile di vita sano. Tuttavia in alcuni casi si sviluppa una forma resistente, e questi aspetti non sono più sufficienti. “I farmaci e il cambiamento dello stile di vita possono non essere sufficienti a ridurre la pressione sanguigna. In questi casi disponiamo oggi di un’opzione terapeutica innovativa, la denervazione renale, capace di controllare al meglio questo importante fattore di rischio”, prosegue Paolo Calabrò.
In Italia si stima che circa 10 milioni di persone tra i 30 e i 79 anni ne soffrano. La riduzione della pressione arteriosa è fondamentale perché aiuta a prevenire complicanze più gravi, come l’infarto del miocardio e l’ictus. L’introduzione di questo nuovo trattamento è quindi un passo importante per gestire questo problema diffuso e ridurre il rischio di conseguenze gravi.