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martedì, Aprile 23, 2024
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Riforma Codice della Strada, la proposta: “Importo delle multe proporzionate al reddito”

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Il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, a margine della presentazione del Rapporto Dekra sulla Sicurezza Stradale, ha dichiarato “Potremmo introdurre un incremento di sanzioni in base al reddito”.

La probabile modifica del codice della strada

Il governo sta studiando la possibilità di modificare il codice della strada, prevedendo che l’importo delle multe cresca sulla base del reddito di chi commette l’infrazione. Ad annunciarlo è stato il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami.

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“Nell’ambito della revisione del codice la strada che Salvini ha annunciato – ha precisato Bignami – svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni, perché se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta da un punto di vista di contrasto ai fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata”.

Le dichiarazioni di Salvini

Matteo Salvini, infatti, aveva affermato “Se ci si mette consapevolmente alla guida drogato, ubriaco, provocando incidenti con morti e feriti, la sospensione della patente per uno o due anni non è sufficiente”. “Ci sono diverse associazioni che riuniscono le vittime dei pirati della strada che chiedono la revoca a vita”.

Salvini aveva detto, inoltre, di voler convocare un tavolo sul codice della strada prima della fine dell’anno sottolineando che è necessario intervenire sulle sanzioni non tanto economiche e penali ma sulle sanzioni in termini temporali.

Non è una novità per il resto d’Europa

Per l’Italia pagare le multe stradali in base al reddito sarebbe una novità assoluta, ma per il resto d’Europa no. In molti Paesi dell’Unione, infatti, funziona così già da tempo. In Finlandia, ad esempio, funziona così dagli anni Venti del ‘900. La sanzione proporzionata al portafoglio di chi commette l’infrazione è una realtà anche in Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna, ultimo Paese ad aver introdotto il sistema nel 2017.

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