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venerdì, Giugno 21, 2024
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Il killer laureato di nuovo nei guai, il gip non crede alla redenzione di Catello Romano

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Solitamente le tesi di laurea finiscono per diventare dei veri e propri soprammobili e sfogliate raramente fagli stessi autori, non è il caso dell’elaborato di Catello Romano, noto come il ‘killer laureato’, risultato importante nello svolgimento delle indagini che nella giornata di ieri hanno portato alla chiusura del cerchio dell’omicidio di Gino Tommasini, ex consigliere comunale del Partito Democratico di Castellammare di Stabia, ammazzato il 3 febbraio del 2009.

Con l’arresto dei mandanti si mette probabilmente il punto esclamativo ad una vicenda che aveva visto sin da protagonista Romano che insieme a Renato Cavaliere sono stati condannati a 30 anni per aver ammazzato il politico con 13 colpi di pistola.

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Romano, durante la detenzione ha proseguito gli studi laureandosi a Catanzaro in Sociologia con 110 e lode e una tesi dal titolo “Fascinazione criminale”. Di fatto un’autobiografia in cui racconta l’assassinio di Tommasino ma anche il duplice omicidio di Carmine D’Antuono e Federico Donnarumma (vittima innocente) e quello di Nunzio Mascolo. Dai racconti sono emersi particolari che hanno consentito agli inquirenti di inchiodare i mandanti Vincenzo D’Alessandro e Sergio Mosca per l’assassinio di Tommasino. Un agguato descritto nei particolari da Catello Ramano, un personaggio certamente non banale.

Catello Romano ha saputo mantenere una doppia vita sin da giovanissimo. Di giorno si dedicava ai libri e alle aule universitarie, di sera pianificava e prendeva parte ad azioni criminali. Una mente brillante che sfruttava le conoscenze didattiche per lasciare impunite le sue azioni e quelle di altri associati del clan stabiese.

Per il gip Catello Romano è ancora pericoloso

A proposito di associazione, è proprio uno dei reati contestati dal gip Marco Giordano che non crede ad un ravvedimento di parte di Romano. “Romano – si legge nell’ordinanza – ha espressamente preso le distanze dal proprio passato malavitoso e manifestato un generale sentimento di vero e proprio disprezzo” per la camorra. Per il gip però non bastano “le labiali prese di distanza dal crimine e dalla camorra, che valgono quello che valgono, cioè nulla“. Insomma Romano, al netto del 110 e lode dell’applauso accedemico, è ancora socialmente pericoloso e pertanto meritevole di un’ordinanza di custodia cautelare.

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