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venerdì, Marzo 29, 2024
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La banda della ‘parlesia’ rubava le carte di credito, commercianti napoletani erano complici

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Ieri gli agenti del Compartimento di Polizia Ferroviaria per la Campania, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli, Settima Sezione, hanno dato esecuzione ad un’ ordinanza cautelare personale emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Napoli nei confronti di 8 persone accusate di associazione per delinquere  finalizzata alla commissione di furti aggravati.

L’attività d’indagine svolta dalla Polfer,  ha permesso di accertare come gli otto indagati avessero formato un gruppo stabile e organizzato, dedito al borseggio in danno dei viaggiatori, italiani e stranieri, in arrivo o in partenza dalla stazione della circumvesuviana di piazza Garibaldi.

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Tra di loro avevano dato vita ad un vero e proprio sodalizio criminale, all’interno del quale ognuno rivestiva un ruolo perfettamente collaudato.

 

Al vertice, con mansioni di “registi”, Vincenzo TRINCHELLA e Luciano BOTTONE, entrambi napoletani  rispettivamente di 58 e 57 anni, per i quali è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere.

Invece, per BARATTOLO Ciro di 57 anni,  PALUMBO Mario di 60 anni, D’ANGELI Salvatore di 45 anni, DI PAOLO Vincenzo di 72 anni, RAZIBOUINE Nouradine di 48 anni e SIDIRACHID Mahadi di 41 anni, tutti napoletani tranne gli ultimi due, rispettivamente di nazionalità algerina e marocchina,  poiché  riconosciuti quali partecipi del sodalizio  con funzioni esecutive, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.

Dalle indagini della Polizia Ferroviaria è emerso che il gruppo criminale rispondeva a regole ben precise. Il TRINCHELLA controllava il territorio e, dopo essersi accertato dell’assenza delle Forze dell’ Ordine, dava l’avvio all’azione delittuosa comunicando telefonicamente con i complici che accerchiavano la vittima, la derubavano del portafogli e immediatamente consegnavano la refurtiva ad un altro soggetto che rivestiva la funzione di “appoggio”.

La loro area di azione era la stazione della Circumvesuviana di Piazza Garibaldi che, oltre a garantire quotidianamente una massiccia presenza di turisti e viaggiatori, per la sua conformazione strutturale consentiva ai malviventi maggiori e più facili vie di fuga.

Le “prede” privilegiate erano proprio i turisti stranieri perché assicuravano una migliore “prospettiva in termini di guadagno”.

LE CARTE DI CREDITO

Sono accusati di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di furto aggravato. Palumbo, Barattolo, D’Angeli, Di Paolo, lanniello, Razibaouine ed Sidirachid erano gli autori materiali’ dei furti mentre Trinchella ed Bottone facevano gli osservatori  e segnalatori dell’eventuale presenza delle forze dell’ordine e incaricati di ricevere le eventuali carte di credito sottratte per poi provvedere alla loro commercializzazione con l’ausilio di commercianti complici in Napoli fino al Giugno 2017.

IL MODUS OPERANDI

Il modus operandi consisteva nel seguire la vittima fino al treno, circondarla e, mentre saliva a bordo, approfittando della ressa, distrarla dall’azione fulminea di chi con abilità da professionista gli sfilava il portafogli. Una volta sottratta la refurtiva, se le circostanze lo permettevano, il borseggiatore indietreggiava, restando sul marciapiedi alla partenza del convoglio, oppure proseguiva a bordo treno fino alla fermata successiva dove, nella maggior parte dei casi, veniva raggiunto a bordo di uno scooter da un altro complice che recuperava il maltolto e si allontanava velocemente.

L’attività di indagine condotta dagli agenti del Compartimento di Polizia Ferroviaria di Napoli, sotto la direzione ed il coordinamento  della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, anche con intercettazioni telefoniche e con l’ausilio di riprese video, ha permesso di cristallizzare l’attività del gruppo, operante su più fronti e con una capillare organizzazione funzionale, capace di dare vita ad una fiorente attività criminosa.

All’interno del sodalizio si era sviluppato un linguaggio codificato che veniva utilizzato per esprimere concetti importanti in modo immediato e breve, senza farsi comprendere dagli estranei al gruppo. Si tratta di un vero e proprio “idioma del borseggiatore”, con neologismi dialettali afferenti alla cosiddetta “parlèsia”, linguaggio in uso alla malavita.

 

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