La maledizione di Miano. Ormai viene chiamata così, è la definizione che serpeggia tra gli investigatori e gli inquirenti dopo l’ennesima mattanza che ha nuovamente insanguinato l’area nord. Una ‘maledizione’ appunto che colpisce chi, in un modo o nell’altro, cerca di conquistare il quartiere o quelle fette di territorio un tempo appannaggio dei Lo Russo.
L’agguato mortale a Miano
Ieri sera nuovo doppio agguato alla seconda traversa di via Janfolla dove sono stati uccisi Francesco Abenante (tornato in libertà da pochi mesi dopo il blitz che l’estate scorsa azzerò il gruppo Scognamiglio) e Salvatore Avolio, fratello di Antonio ucciso proprio da quest’ultimi nel giugno 2021, una circostanza questa che complica non poco le indagini affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli.
Sul selciato è rimasto sin da subito il corpo di Abenante mentre Avolio è deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale Cardarelli in condizioni già disperate. L’ipotesi più plausibile che l’obiettivo fosse proprio il 34enne ma che i killer si siano trovati sulla loro strada proprio Avolio che avrebbe cercato di scampare ai colpi ma invano.
Riesplode la faida
Tre i colpi che avrebbero centrato entrambi di cui due alla testa. Quel che è certo è che a Miano riesplode la faida per il controllo del territorio. Gli uomini della Scientifica dell’Arma hanno repertato più di dieci bossoli della stessa arma con la dinamica che sembrerebbe chiara: Abenante e Avolio sarebbero stati affiancati da uno scooter il cui passeggero avrebbe esploso i colpi mortali all’indirizzo dei due. La pista più accreditata è quella che porta allo scontro tra gli Scognamiglio e i Pecorelli anche se non si esclude che a Miano e dintorni gli equilibri criminali possano essere di nuovo saltati.
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