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La Serie A chiederà il risarcimento da 500 euro ai ‘clienti’ del pezzotto

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Ora anche la Lega Serie A chiederà un indennizzo a chi è stato multato per aver visto le partite di calcio utilizzando pezzotto. L’annuncio è arrivato da Ezio Maria Simonelli, presidente della Lega Serie A, in occasione del Football Summit Forum organizzato dalla Gazzetta dello Sport e dall’Università Bocconi di Milano. Simonelli non ha rivelato l’importo preciso che la Serie A chiederà ai pirati del pezzotto, ma ha anticipato che sarà superiore ai 500 euro per utente chiesti da DAZN.

“Ora pagate 500 euro o vi facciamo causa”, Dazn chiede i danni ai “furbetti” del pezzotto

Lo aveva promesso e l’ha fatto. DAZN ha spedito duemila raccomandate per chiedere i danni a chi ha usato il «pezzotto» per guardare illegalmente le partite di calcio senza pagare l’abbonamento.

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I soggetti interessati, già multati dai finanzieri in un’operazione dello scorso maggio, hanno la possibilità di pagare 500 euro a titolo di conciliazione. Chi non lo farà, avvisa la piattaforma di streaming, andrà incontro a «iniziative giudiziarie di natura risarcitoria» che comportano «un aggravio dei costi».

Una cifra modesta se messa a confronto con le perdite milionarie che i sistemi pirata causerebbero al business dei diritti televisivi sullo sport. Nonostante questo, si tratta della prima iniziativa di questo tipo.

Dazn chiede i danni ai “furbetti” del pezzotto, quali sono i rischi se non si paga

Lo scorso settembre, le principali piattaforme avevano chiesto all’autorità giudiziaria le identità dei «pirati», in un’azione condivisa anche con la Serie A: «Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che ‘chi sbaglia paga’» aveva detto l’ad della Lega calcio, Luigi De Siervo. La cifra chiesta da DAZN si aggiunge alla sanzione amministrativa già erogata dalla guardia di finanza, che può aggirarsi tra i 154 e i 5mila euro. Non solo soldi, l’azienda chiede anche «il formale impegno a non porre in essere in futuro ulteriori comportamenti che ledano i diritti». La stessa strategia potrebbe essere messa in pratica da altri servizi di streaming nelle prossime settimane.

 

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