E’ una notizia che potremmo definire positiva a metà. C’è da sorridere per la soluzione trovata dal Tribunale di Genova per indurre la Lega Nord a restituire allo Stato 49 milioni di euro circa. I Giudici si sono accordati con i vertici del partito su una formula sostenibile che preveda il pagamento del debito su un conto a disposizione della Guardia di Finanza. I versamenti saranno rateizzati e spalmati sulla durata di circa 80 anni. A tasso zero, ovviamente. Ed è qui che la notizia diventa negativa. La Lega Nord, pattuendo la restituzione dei 49 milioni di euro, ha sostanzialmente ammesso le sue colpe. Il che è un fatto gravissimo, politicamente e giuridicamente. La Lega, ad oggi, è al governo assieme al Movimento 5stelle e, stando alle proiezioni, è il partito politico più forte. Terrorizza sapere che alcuni suoi membri, tra cui i fondatori, agli occhi della legge sono – in breve – “ladri”. Le motivazioni le ha riassunte brevemente il Post.
I 49 milioni sono frutto dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito nel periodo 2008-2010. Secondo i giudici che hanno condannato la Lega in primo grado, questi fondi furono utilizzati in maniera fraudolenta e utilizzati in particolare per le spese private della famiglia del fondatore del partito Umberto Bossi e della sua cerchia ristretta di collaboratori. Per questa ragione il tribunale di Genova ha deciso che il partito deve restituire allo stato il denaro ricevuto in quel periodo.