Più di un’ora e mezza di scene inedite, in un formato totalmente nuovo: in questi giorni sono uscite le prime puntate della serie Il camorrista di Giuseppe Tornatore. Il regista aveva spiegato nella conferenza stampa durante la Festa del cinema di Roma, lo scorso ottobre che la serie già esisteva. “C’è ancora chi pensa che questa sia una serie basata sul film e che arrivi dopo le tante serie che parlano di mafia. Invece è stato possibile farla quasi quarant’anni fa grazie a un produttore che ne sapeva una più del diavolo. Si era innamorato del progetto e, pur di farlo nonostante fosse molto costoso, mi propose la serie. Fu un suo colpo di genio”. Queste le parole di Tornatore, che ha modernizzato una pellicola che già all’epoca aveva un grande potenziale: “Abbiamo effettuato un’innovativa color correction, un prodigioso rifacimento del suono mono riconvertito in 5.1 e il resize in formato 16:9 dall’originale 1:33. Il montaggio è rimasto fedele all’originale, ma con lievi alleggerimenti per ridurre la durata di ciascun episodio a circa 55 minuti”.
Il risultato è una serie che, nonostante le sue radici negli anni ’80, ha ora una resa visiva moderna e immersiva, rendendola più fruibile per il pubblico di oggi.
Tante le scene inedite che sono intervallate da quelle che il pubblico già conosce, contenute nel film che ha reso famoso e mediatico ‘il professore di vesuviano’. In particolare, tra le tante novità, spiccano due scene molto particolari: l’uccisione immaginaria di Cutolo e il colloquio nel carcere dell’Asinara, dove il boss fu trasferito per scontare la pena a cui era stato condannato.
La scena dell’omicidio immaginario di Cutolo è molto toccante e ha come scenario la nave sulla quale il professore di Vesuviano, interpretato dall’attore Ben Gazzara, viene portato dopo la liberazione dell’assessore regionale Cirillo a seguito della trattativa con i servizi Segreti. Cutolo aspettava una ricompensa per aver liberato l’assessore Cirillo (che gestiva i soldi del post terremoto) invece fu tradito dallo Stato e trasferito nel carcere di Massima Sicurezza dell’Asinara, in isolamento. La scena in cui il commissario Iervolino, sfuggito ad un terribile agguato messo a segno dai cutoliani per fare un favore ai brigatisti, compare sulla nave davanti ad un sorpreso Cutolo la conoscono tutti. Ciò che non c’era nel film è la scena in cui Cutolo immagina di essere ammazzato dal commissario Iervolino, poi il cadavere viene chiuso in un baule e gettato in mare.
Altra scena inedita è quella del finale in cui Cutolo impazzisce e cammina nei corridoi del penitenziario. Il film finisce quando il boss viene chiamato a colloquio ma non si vede con chi debba parlare. La scena invece è rivelata nella serie, infatti si vede che a chiedere un incontro col prof di Vesuviano è uno degli agenti dei servizi segreti con cui Cutolo ha condotto la trattativa per il caso Cirillo.
LA STORIA DELLA SERIE
Per decenni, delle cinque puntate della serie si erano perse le tracce, alimentando la leggenda di un’opera che molti avevano sentito nominare ma che nessuno aveva mai potuto vedere. La trama ruota attorno alla figura del Professore, interpretato dal carismatico Ben Gazzara, un boss della camorra ispirato alla figura di Raffaele Cutolo. Accanto a lui, un cast d’eccezione che comprende, tra gli altri, Leo Gullotta, che veste i panni del commissario di polizia Iervolino.