giovedì, Luglio 31, 2025
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Mala di Forcella, inizia il processo d’Appello ma le donne del clan Sibillo tornano in libertà

Si apre con un colpo a sorpresa il processo di Appello che vede alla sbarra quel che resta del clan Sibillo. Ras e gregari finirono nelle maglie della giustizia con il maxi blitz dell’aprile 2021, un blitz che evidenziò le pressanti richieste del clan nei confronti dei commercianti del centro. Il processo d’Appello si apre dunque con una sopresa visto che i giudici della Corte d’Appello di Napoli (IV sezione) accogliendo in pieno l’istanza di scarcerazione avanzata dagli avvocati Leopoldo Perone, Dario Carmine Procentese e Domenico Dello Iacono, hanno ritenuto ormai attenuate le esigenze di custodia cautelare e hanno disposto la liberazione di gran parte degli imputati. Di questi però di fatto tornano in libertà solo Annunziata Ingenito, Carmela Napoletano e Maria Sabatelli moglie del ras Giovanni Matteo. La inchiesta svelò proprio il ruolo attivo delle donne.

E’ Pasqua 2019 quando una persona impiegata nella pizzeria viene avvicinata dalla Sabatelli che, senza troppe parole, gli dice di dover consegnare 500 euro per i carcerati del clan Sibillo. Circostanza confermata anche da sommarie informazioni raccolte dalle forze dell’ordine tra i lavoratori:«Ricordo che era aprile 2019, mi contattava (…..) per riferirmi che uno dei nostri dipendenti era stato avvicinato da qualcuno della criminalità organizzata del posto perché facesse da tramite per una richiesta estorsiva. Ricordo esattamente le parole di (….) che, usando dei sottintesi, mi diceva: “I nostri amici sono venuti a cercarci un pensiero, dobbiamo farli un regalo di pasqua. Facciamo 500 euro”. Immediatamente capivo che si trattava di una richiesta di matrice camorristica e, al fine di non esporre me e il mio personale a rappresaglie, autorizzavo immediatamente a pagare quanto richiesto dagli estorsori». La richiesta in realtà era stata avanzata dalla stessa Sabatelli come si evince da una conversazione intercettata dalla Sabatelli con la suocera, Nunzia Ingenito: in quest’ultima si capisce che l’estorsione gli era stata commissionata dal carcere dal marito, Giovanni Matteo, cugino dei fratelli Sibillo.

L’imbasciata dal ‘carcere’

A parlare è la Sabatelli che, senza giri di parole, dice all’altra donna:«Nunziatina, questa è una cosa che mi ha detto di fare tuo figlio perchè altrimenti chi andava. Gliel’ho detto a Gianni, gliel’ho detto e lui ha detto vai da (….)». La consegna del denaro sarà immortalata dai carabinieri grazie ad una videocamera piazzata nel cortile dove si trova l’abitazione dell’indagata. Un quadro a tinte fosche, di malaffare e prepotenza.