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Morbo di Parkinson, primo intervento ad Avellino che migliora il sintomo del tremore

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Malattia di Parkinson, al “Moscati” di Avellino è stato effettuato un intervento di stimolazione cerebrale profonda. Questo intervento stimola determinate aree cerebrali ed è in grado di agire sul tremore, che è uno dei sintomi principali e più invalidanti di questa patologia.

L’intervento di stimolazione cerebrale profonda al “Moscati”

L’intervento è stato effettuato su una paziente di 53 anni della provincia di Napoli, attraverso una tecnica mini-invasiva. La paziente aveva la malattia di Parkinson in fase avanzata da venti anni. Si tratta di un nuovo traguardo raggiunto dall’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino. Ha previsto l’impianto di microelettrodi in aree specifiche del cervello, individuate in precedenza con una risonanza magnetica, con il supporto di un neuronavigatore che ha garantito un alta precisione. L’impulso elettrico viene prodotto da un generatore posto sotto la cute, all’altezza della clavicola, e funziona come un pacemaker cardiaco. Questo impulso stimola specifiche aree del cervello e aiuta a controllare il tremore, che è il sintomo più invalidante della malattia. Questo impianto è invisibile e può essere riprogrammato in ogni momento.

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Malattia di Parkinson: quali sono i sintomi

La malattia di Parkinson è un disturbo degenerativo, a evoluzione lenta e progressiva, che colpisce aree specifiche del cervello. E’ la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa. E’ caratterizzata da tremore, aumento del tono muscolare (rigidità), rallentando i movimenti volontari e comportando difficoltà a mantenere l’equilibrio. In molti pazienti si sviluppa anche demenza. Non esiste una cura definitiva per trattare il Parkinson, ma in genere la malattia è controllata dalla terapia farmacologica. Se i farmaci non controllano più i sintomi a lungo andare, è possibile ricorrere alla stimolazione cerebrale profonda, come trattamento alternativo per gestire il tremore.

Stimolazione cerebrale profonda: miglioramento dei sintomi 

L’intervento di stimolazione cerebrale profonda non rappresenta una cura per il Parkinson, ma migliora i sintomi legati al movimento e al tremore. Inoltre, non tutte le persone con malattia in fase avanzata sono candidabili a questo tipo di trattamento. Si stima che il candidato ideale a questo intervento sia un paziente con meno di 70 anni, in buone condizioni di salute generale, senza gravi problemi di decadimento cognitivo e del movimento. Ci sono quindi degli specifici requisiti da dover rispettare per accedere alla stimolazione.


Giornata mondiale del Parkinson, un importante novità

L’intervento al “Moscati” è stato eseguito durante la Giornata mondiale del Parkinson. E’ stato frutto del lavoro dell’equipe chirurgica di Armando Rapanà. L’intervento al quale è stata sottoposta la paziente di 53 anni è durato a lungo, e si è articolato in un’unica seduta. La paziente a cui è stato impiantato un neurostimolatore è stata dimessa in buone condizioni. L’impiego di questo intervento rappresenta una novità importante, per migliorare i sintomi della malattia di Parkinson in fase avanzata.
“Il fatto che ad Avellino sia stato effettuato per la prima volta un intervento così importante, è il modo migliore per celebrare questa giornata oltre che un prestigioso successo da ascrivere all’impegno e alle competenze dei nostri professionisti”, afferma il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati Renato Pizzuti.

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