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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Marano. No agli inchini davanti all’abitazione del boss Polverino, la processione della Madonna sarà controllata

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di Angelo Covino

Marano, dopo un breve periodo di stop forzato, causa pandemia, tornano a svolgersi i riti e le tradizioni religiose. E così il parroco della Chiesa “Santa Maria ad Montes” di Torre Caracciolo, lunedì scorso ha presentato domanda al Comando di Polizia Municipale, al fine di ottenere un servizio di viabilità sulle strade interessate alla processione in onore alla Madonna, prevista il prossimo 3 luglio. Fin qui tutto bene. Ma il comandante dei caschi bianchi, approfondita la richiesta e la documentazione relativo al programma, ha fatto diniego al parroco di avvicinarsi con la statua della madonna davanti alle abitazioni dove abitano i parenti del boss Giuseppe Polverino, o, legati “direttamente ed indirettamente” al clan della potente famiglia del noto camorrista Polverino.

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La prescrizione predisposta dal Comandante della polizia locale di Marano, è stata esplicita e dettagliata: nessuna deviazione alla processione dovrà essere fatta e gli spostamenti in onore della madonna dovranno essere quelli stabiliti e concordati con il comando di Marano. Dunque nessun inchino, sosta, o passaggio, nelle strade dove abitano i familiari di soggetti gravati da pregiudizi di polizia, altrimenti la processione sarà interrotta e l’effige sacra della madonnina verrà sottoposta a sequestro. Adesso toccherà al parroco Don Giovanni della chiesa “Santa Maria ad Montes” di Torre Caracciolo, evitare di avvicinarsi alle case dei potenti clan di Marano e di garantire, come oramai di consuetudine, il rito della processione in onore della madonna.

“Anche a Marano – ha spiegato il Comandate Maiello – vige esclusivamente la legge dello Stato, e lo Stato non si piega, non si inchina. Dovrebbero invece piegare la testa ed inginocchiarsi ai cittadini, gli pseudo camorristi che hanno distrutto il tessuto economico e sociale di questa città, fatta soprattutto di persone perbene e lavoratori. Marano è una bella città però purtroppo come ogni cosa bella ha un male, che è la criminalità, che noi dobbiamo estirpare anche con queste forme simboliche. Entrare in un vicoletto, in una strada privata, per ossequiare un parente o un boss, è un segnale che noi non possiamo tollerare”. “Arriveremo anche fino a sequestrare la statua – continua Maiello –  pur essendo io una persona credente, se dovesse avvenire una deviazione al percorso stabilito ed autorizzato: quello non sarà più un’immagine sacra, ma sarà un gesto di prostrazione nei confronti di persone che hanno fatto il male di questa città, ed in generale di tutto il napoletano. La vera piaga, il vero tumore che abbiamo nelle nostre zone è la camorra, e chi non lo capisce è complice della criminalità”.

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