Soltanto 6 ore aggiuntive a scuola alle 9 già previste. È la soluzione prospettata questa mattina nel corso del Glo (Gruppo Lavoro Operativo per l’Inclusione), richiesto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per il bambino di 10 anni con disabilità di Marano. Una proposta però che lascia comunque insoddisfatta la mamma dell’alunno, Imma Testa, che infatti decide di non firmare il verbale.
La proposta e la contrarietà
Nella riunione di oggi tra i dirigenti scolastici dell’istituto maranese frequentato dal ragazzo, assistenti sociali, Ufficio Scolastico Regionale e la madre dell’alunno, è emersa la proposta dell’aumento delle ore di frequenza in classe dalle attuali 9 a 15, con la possibilità di frequenza anche nei giorni di martedì e giovedì ma sempre e solo sino alle 11.30. Dunque solo per 3 ore al giorno. Imma Testa non ci sta e rincara la dose dopo le parole di rabbia dei giorni scorsi proferite nell’intervista a InterNapoli.
«Continuano a parlare di inserimento graduale ma ormai siamo a marzo e tra le festività pasquali e altri giorni festivi restano effettivamente una quarantina di giorni di scuola. Loro giustificano l’inserimento graduale con il fatto che mio figlio non faccia terapia occupazionale, ma siamo in lista di attesa, non possono assolutamente condizionare la vita scolastica di un bambino perché esistono le liste di attesa. Non ho mai visto una cosa del genere».
La decisione di non firmare
Imma, evidentemente delusa, prosegue: «Se mio figlio non è ancora abituato alla scuola è semplicemente perché sono loro che mi hanno costretta a portarlo solo per 9 ore a settimana, e quando ci va nella maggior parte di questo tempo lo tengono in palestra da solo e non in classe, lontano dai suoi compagni. Nella vecchia scuola faceva i compiti, riceveva l’assegno a casa e partecipava alle attività di classe, se è regredito è colpa di questo loro modus operandi. Sono stati loro (l’attuale scuola ndr.) che lo hanno disabituato alla vita scolastica facendomelo portare solamente per tre ore al giorno, e quando lo porto la maggior parte del tempo non sta mai in classe ma sempre in palestra da solo con il maestro di sostegno, senza compagni».
Una serie di ragioni che hanno indotto oggi Imma a «non firmare. Non accetto assolutamente quanto deciso oggi e soprattutto non accetto che si è parlato ancora di farmaco in sede di Glo una persona che non conosce nemmeno mio figlio e non conosce la sua situazione clinica, qualificandosi come dottore ha ancora insistito sul farmaco, io questo non lo accetto! Tutti adesso dovranno assumersi le responsabilità dei danni che hanno creato a mio figlio e di un anno scolastico praticamente perso».
Non è ancora chiaro se ci saranno altri approfondimenti nei prossimi giorni nè e se al bambino potranno essere concesse ulteriori ore di frequenza a scuola, superiori alle 15 ipotizzate alla riunione del Gruppo Lavoro Operativo di Inclusione osteggiato dalla mamma del bambino.