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sabato, Novembre 2, 2024
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Michele Misseri a “Le Iene”: “Ho ucciso io Sarah, volevo anche violentarla ma non ce l’ho fatta”

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“Volevo violentarla, ma non ci sono riuscito. Sotto la pianta di fico l’ho spogliata, ma poi l’ho subito rivestita”. Così ha parlato Michele Misseri ai microfoni de “Le Iene”, ritornando all’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto il 26 agosto del 2010 ad Avetrana.

E lo fa continuando a ribadire di essere stato lui ad uccidere la ragazzina, definendo ciò l’unica verità. L’inviato de “Le Iene” Alessandro Sortino ha trascorso due giorni nella casa di Misseri dove avvennero i fatti, e in cui l’uomo è tornato a vivere dopo aver scontato la sua pena di 8 anni in carcere (fu condannato dai giudici per concorso in soppressione di cadavere).

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Michele Misseri a “Le Iene”: “Ho ucciso io Sarah, questa è l’unica verità”

Ritornando sulla morte della povera Sarah, Michele Misseri parla così: “Sono io l’assassino di Sarah. Non mi credono perché mi hanno fatto cambiare le versioni, non le ho cambiate io, me le hanno fatte cambiare”.

Quindi comincia a raccontare la sua vita a partire dall’infanzia, durante la quale avrebbe subito anche degli abusi: “Quando avevo sei anni mio padre mi portò in una masseria a fare il pastorello. Lì mi hanno violentato. Non l’ho mai detto a nessuno. E se l’avessi fatto sarebbe stato peggio. Erano due, padre e figlio, e io avevo circa sei anni. Mio padre non mi ha mai difeso perché io non potevo parlare, ma aveva capito qualcosa perché ci lavava le mutandine e vedeva. Neanche mia moglie e le mie figlie lo sapevano”. Poi si addentra sull’aspetto più complicato dell’omicidio della piccola Sarah, quello che lui considera il suo movente, di carattere sessuale: “Per mia figlia Valentina sono un assassino e anche un pedofilo”.

Nella confessione resa ai magistrati all’epoca dei fatti, l’uomo aveva dichiarato di aver abusato di Sarah prima di ucciderla ma poi aveva ritrattato. Con Sortino ammette l’omicidio, e, in un primo momento, continua a negare gli abusi: “L’ho detto perché tanto dovevo comunque andare in carcere. Se la ragazza non era apposto… Mi sono fatto carico anche di quello, non sapendo se la ragazza aveva avuto o meno altri rapporti sessuali”. È notte, e l’uomo racconta di aver paura dei sogni che lo attendono, perché spesso riguardano la nipote. Il giorno dopo gli tornano in mente alcuni momenti passati in caserma, quelli che hanno preceduto il ritrovamento del cadavere di Sarah, avvenuto a seguito delle sue dichiarazioni. “Sai quando sono rimasto colpito? Quando mi hanno detto che non l’avevano battezzata. Allora ho detto del pozzo, in contrada Mosca”.

Il ritorno al pozzo, lì dove il corpo di Sarah fu gettato dopo l’omicidio

L’uomo, quindi, decide di portare l’inviato sul posto. Prima di raggiungere il pozzo dove l’uomo gettò il corpo di Sarah, Misseri mostra a Sortino l’albero di fico che, secondo il suo racconto, sarebbe stato la prima tomba della ragazza.

L’uomo descrive e mima tutto quello che ha fatto quel 26 agosto. Partendo da come ha posteggiato l’auto una volta giunto lì, come ha tirato fuori il cadavere dal bagagliaio, come l’ho appoggiato a terra, come l’ha poi sollevato per occultarlo. Parla anche dei vestiti di Sarah, prima tolti, poi rimessi, infine bruciati insieme al telefonino della ragazzina che ha poi salvato dalle fiamme.

E, ancora, le immagini mostrano i due all’interno del garage della villetta, dove, ribadisce Misseri, “L’anima di Sarah è ancora imprigionata”. Lì l’uomo torna indietro con la memoria e sposta il trattore nella stessa posizione in cui – dice – era il giorno in cui uccise la nipote. Racconta che quel maledetto giorno era ora di pranzo, che il mezzo non partiva, che aveva un forte mal di testa dalla mattina. Che la nipote era scesa lì da lui, probabilmente per chiedergli se avesse potuto citofonare alla cugina e che era vestita diversa da come l’aveva sempre vista.

“Ho allungato la mano e l’ho presa dalle spalle, mi ha dato un calcio da dietro e mi è salito un calore. Forse voleva scappare e io ho preso la corda…”, racconta. Poi, la cosa più difficile da ascoltare: “Volevo violentare Sarah ma non sono riuscito. Avevo allungato le mani qui nel garage, volevo continuare ma poi non l’ho più fatto. Sotto il fico l’ho spogliata ma poi non l’ho fatto più e l’ho rivestita. Erano due anni che non avevo rapporti sessuali con mia moglie, io dormivo nella sdraio, lei nel letto matrimoniale”. Infine, conclude: “Questa è la verità. Speriamo che Sarah vada in pace, per sempre”.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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