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sabato, Aprile 27, 2024
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Mietta si racconta: “Ho odiato ‘Vattene amore’, quel ritornello du-du-du-da-da-da era fastidioso”

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“Lo trovavo un nome banale, insulso, sdolcinato. Lo scelse Claudio Mattone, mio produttore di allora. “Ti chiamerai Mietta”. “Mi-et-ta? Ma è bruttissimo!”. Mietta si racconta in una lunga intervista e confessa di non aver amato da subito il nome d’arte che l’ha resa poi famosa “E in effetti adesso mi ci sono affezionata. In quel periodo andava di moda così, anche Filippo si è beccato Nek , non so quale dei due sia peggio”.

L’intervista

Il successo arriva con “Vattene Amore”con un ritornello che la cantante racconta di non amare

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“Dovevo cantarla da sola, in gara tra i Big, ma un altro gruppo che aveva vinto tra i Giovani due anni prima piantò un casino, minacciò di fare causa al Festival, Aragozzini era preoccupatissimo. Così per salvarmi Amedeo entrò nel duo. […] Il ritornello non lo sopportavo, mi dava fastidio, gli ho dichiarato guerra, ma avevo vent’anni, non capivo che la vita va alleggerita con l’ironia. Oggi si può essere molte cose insieme, negli anni Novanta era tutto un appiattimento del personaggio, un togliere. Se non altro avevo un completo gilet-pantalone di Versace, tutto di pelle nera, tipo quello di Mengoni l’anno scorso”.

Dududu dadada ha fatto la storia

“Forse sì, però era scritta da Pasquale Panella, mica l’ultimo degli scemi. E pure Sting in fondo cantava “du-du-du-da-da-da”, quindi. Dopo dieci anni però ci ho fatto pace e me ne sono innamorata da capo, come succede con le persone. I famosi giri immensi di Venditti”.

Poi sull’Ilva, di cui il padre era operaio

“Sono super-ambientalista, contro l’acciaieria, fosse per me bonificherei tutto, andrebbe chiusa. Purtroppo la gente è da sempre sotto ricatto, costretta a scegliere tra lavoro e salute, bisogna pur mangiare e così accetta. Ho visto morire gente anche nella mia famiglia, io stessa ho avuto problemi respiratori. Ci vivevo accanto. Era campagna, con l’aria buona, poi ci hanno costruito l’impianto proprio lì”.

«La Piovra 8» con Raoul Bova.

“Raoul era di una bellezza sconvolgente, davvero. Purtroppo io ero già impegnata e lui stava per mettersi con Chiara. Però era davvero stratosferico”.

Disse no a Cocciante.

“Mi voleva per il musical Notre dame de Paris, però avevo già scelto di andare a Sanremo. In compenso ho prestato la voce a Esmeralda nel cartone della Disney Il gobbo di Notre- Dame, vincendo il premio come migliore doppiatrice, ci crede che ho battuto pure Demi Moore?”

Il racconto degli attacchi di panico

“L’anno in cui portai Dubbi no. Ero sul palco, di colpo ho sentito che metà del corpo, la destra, era bloccata. Ero congelata, impazzita dalla paura. Ho cantato malissimo. Ora questi attacchi così violenti non mi vengono più, sono latenti. Da 5 anni faccio terapia, mi sono denudata delle mie fragilità. Se il tuo problema lo affronti, lo conosci e alla fine impari a controllarlo”.

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