Per chi non lo sapesse, oggi è il Coming out day. Un giorno speciale dedicato all’apertura totale verso il mondo a cui si urla con gioia il proprio orientamento sessuale. E’, chiaramente, un’iniziativa che tende la mano al superamento di zavorre sociali quali omofobia e nefandezze del genere. L’iniziativa è, da tempo, ripresa da tutti gli stati membri dell’Unione Europea, amplificato da organizzazioni sindacali e associazioni. In Italia, l’iniziativa è stata supportata e abbracciata dall’associazione Polis Aperta. E’ una sporta di coordinamento indipendente di rappresentati delle forze dell’ordine LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). L’associazione – che ha anche una page Facebook dedicata – ha, però, trovato un ostacolo inatteso. O, per meglio dire, un ostacolo parzialmente anonimo. Un dipendente del Ministero.
Si, perché quando i rappresentati di Polis Aperta hanno chiesto l’autorizzazione per l’utilizzo dei simboli delle forze dell’ordine italiane al Ministero, si sono visti rispondere picche. La mail di risposta arrivava dal Ministero, certo, ma senza alcuna firma. Insomma, qualcuno dall’altra parte, evidentemente, non è esattamente allineato ai principi che sono alla base della libertà di espressione, culturale, sociale e sessuale. Peggio ancora se si considera che il gran rifiuto ministeriale anonimo si collega ad una certa repulsione dell’omosessualità, soprattutto dai vari corpi delle forze dell’ordine. In alcuni casi, addirittura, c’è una sorta di negazionismo. Aberrante, senza dubbio. L’associazione Polis Aperta, quindi, ha reso noto il misfatto, rispondendo a sua volta all’anonimo ministeriale. “Dispiace non sapere chi sia il nostro interlocutore, essendo l’unico atto scritto inviatoci privo di firma“.
