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venerdì, Aprile 19, 2024
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Rider aggredito a Capodichino, tre minori ottengono la messa in prova

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Hanno ottenuto la messa in prova tre dei quattro minorenni ritenuti responsabili della brutale rapina ai danni del rider Gianni Lanciato (leggi qui l’articolo) nel gennaio dello scorso anno a Calata Capodichino. Sono i ragazzini di Secondigliano indicati come gli autori di due raid compiuti quella sera (l’altro avvenne nella vicina Casoria) tra cui quello divenuto ‘famoso’ perchè ripreso con uno smartphone. Questa sera la Corte d’Appello per i minorenni di Napoli ha concesso il beneficio della messa alla prova: tre dei quattro ragazzini dovranno restare in una comunità per due anni e sei mesi mentre l’ultimo componente del gruppo ha rimediato invece quattro anni. Fondamentali le argomentazioni del collegio difensivo composto dagli avvocati Luca Mottola, Carlo Ercolino e Caterina Sanfilippo che sono riusciti ad evitare per i loro assistiti condanne ben più severe rimediando invece un risultato orientato sulla riabilitazione e sul recupero dei tre minori. Nei mesi scorsi erano invece già stati condannati i maggiorenni del ‘branco’, Michele Spinelli e Vincenzo Zimbetti: i due giovani di Secondigliano avevano rimediato la condanna a dieci anni di reclusione a testa con le aggravanti di aver agito con crudeltà.

Gli articoli precedenti: la ricostruzione del raid avvenuto a Calata Capodichino da parte del gruppo di Secondigliano

Nel corso delle indagini successive alla rapina ai danni di Lanciato (leggi qui l’articolo) gli uomini della squadra mobile hanno accertato che al varco di Secondigliano, dopo soli 14 secondi dalla rapina ai danni di Lanciato transitava uno scooter con più giovani a bordo poi riconosciuti come il gruppo di Secondigliano. Inoltre sempre visionando il lettore targa accertato anche il passaggio di altro scooter, a breve distanza dall’altro, la cui targa però non veniva rilevata. Grazie ad una serie di verifiche gli agenti hanno accertato che tale mezzo apparteneva ad un uomo che poco prima aveva sporto denuncia per una rapina subita dal figlio. Il veicolo in questione  poi rinvenuto nelle prime ore del 4 gennaio da una volante su segnalazione di un cittadino. Il giovane, minacciato con una pistola e picchiato, subito dopo la rapina soccorso da una pattuglia dei carabinieri, come dallo stesso riferito in sede di denuncia.

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La ricostruzione della rapina avvenuta a Casoria

Dalla lettura del dispositivo in merito al gruppo di Secondigliano emerge che «Assumono altresì particolare rilevanza indiziaria le modalità con le quali sono state commesse le due rapine quella notte. Il modus operandi appare lo stesso in entrambi i delitti: la rapina commessa in danno di (omissis) viene consumata con inaudita violenza, laddove si consideri che la vittima è stata percossa e minacciata con armi, nonostante avesse già ceduto lo scooter. In particolare visionando Ie immagini delle telecamere si vedono quattro scooter ovvero quello del (…) con a bordo lo stesso, nonché una Honda SH e un Piaggio Liberty sui quali viaggiano tre soggetti a bordo di ciascun motoveicolo con al seguito un quarto motociclo con a bordo altri due giovani; questi ultimi due pare fossero l’originario obiettivo dei rapinatori, attese le modalità di avvicinamento quali si evincono dalle immagini suddette e riportate nella informativa, per poi ritenere più “conveniente” mirare allo scooter con a bordo un solo soggetto. Infatti inizialmente i rapinatori seguono il motociclo con a bordo due persone, e che procede a velocità sostenuta, tanto che effettua il sorpasso dei motocicli con a bordo i tre soggetti. I rapinatori a bordo della Honda SH, quindi, paratisi innanzi al (…), richiamano la attenzione dei complici a bordo del Piaggio Liberty che quindi tornano indietro; una volta bloccato il giovane, scende il passeggero della Honda SH il quale, dopo aver sottratto lo scooter  spingendolo via dalla sella, si allontana velocemente (Spinelli Michele). Quasi immediatamente dalla Honda SH scende anche il conducente il quale, avvicinatosi al giovane, gli sferra un calcio (identificato in Zímbetti Vincenzo). Giungono nel frattempo gli altri complici a bordo del Piaggio Liberty e dal quale scende il terzo passeggero, poi identificato in L.M.; costui, estratta una pistola la punta verso la vittima».

La babygang di Secondigliano incastrata dalle telecamere

Ad incastrare i giovani di Secondigliano, per la Procura, oltre alla stessa modalità d’azione compiuta per rapinare, poco dopo anche Lanciato, anche gli indumenti indossati dal gruppo che coinciderebbero con quelli rinvenuti dalla polizia a casa degli indagati. Addirittura, come con Lanciato, uno dei minori scaglia un pugno contro il giovane di Casoria mentre un altro tenta di scagliarsi con il proprio scooter contro la vittima.

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