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venerdì, Marzo 29, 2024
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Omicidio Moccia, cancellati cinque ergastoli: ‘graziati’ i vertici degli Abbinante

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Un ping pong giudiziario che andava avanti da anni e che è giunto quest’oggi al suo sesto processo. Nel nuovo processo d’appello per l’omicidio di Giovanni Moccia e del tentato omicidio di Giovanni Piana (episodi avvenuti il 27 settembre 2007) la Corte d’Assise d’Appello di Napoli (IV sezione presidente Vescia) ha assolto i vertici del clan Abbinante del Rione Monterosa all’epoca tirati in ballo dal sopravvissuto all’agguato. E dunque assoluzione per il boss Guido Abbinante, indicato come mandante (difeso dall’avvocato Romolo Vignola), per Salvatore Baldassarre (il killer di Lino Romano, difeso da Claudio Davino), Paolo Ciprio (difeso da Vittorio Giaquinto), Giovanni Esposito ‘o muort (difeso da Claudio Davino) e Giovanni Carriello (difeso da Claudio Davino e Antonietta Genovino). La vicenda ha dato il via in questi anni ad un vero e proprio ‘botta e risposta’ tra la Corte d’Assise d’Appello di Napoli e la Corte di Cassazione: gli imputati vennero condannati all’ergastolo in primo grado poi assolti in secondo. Il pg fece ricorso in Cassazione riuscendo ad ottenere la ripetizione del processo. I cinque furono così nuovamente condannati nel nuovo processo d’appello: i loro difensori fecero ricorso in Cassazione e adesso nel nuovo processo d’appello una nuova assoluzione con il verdetto di colpevolezza che è stato nuovamente azzerato. Tutto da rifare insomma.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia:«Ecco perchè Moccia fu ucciso»

Una nuova assoluzione che arriva a dispetto delle dichiarazioni rese all’epoca dal collaboratore di giustizia Giovanni Piana (quello scampato all’agguato di Calvizzano) che rivelò ai magistrati di aver riconosciuto i membri del commando:«Preciso di essere riuscito a vedere l’autovettura Yaris e i citati occupanti nell’istante in cui venivano sparati i primi colpi e il Moccia precipitava al suolo; in tale frangente mi giravo istintivamente all’indietro riuscendo a riequilibrare il motociclo. Ricordo di essere riuscito miracolosamente a darmi a precipitosa fuga lasciando mio malgrado il mio compagno esanime sulla strada. Non ho alcun dubbio sulla identità dei soggetti che vi ho indicato quali autori dell’agguato poiché da me conosciuti e frequentati da anni vista la comune militanza. Per sfuggire all’agguato ho percorso una strada interna che attraversa il paese di Qualiano». Un altro pentito eccellente, Gennaro Notturno ‘o sarracino, ha invece inquadrato il contesto entro cui maturò il delitto:«Posso riferire dell’omicidio di Giovanni Moccia perché mi fu riferito da Antonio Abbinante con il quale dividevo la cella. Moccia fu ucciso su ordine degli Abbinante perchè non voleva più sparare».

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