Oggi Napoli trattiene il respiro. La città si è svegliata già col battito accelerato, in attesa di una notte che potrebbe riscrivere la storia recente del Club. Per le strade, nei bar, nei vicoli e sui balconi, non si parla d’altro: stasera al Maradona arriva il Cagliari, e se il Napoli vince, sarà festa Scudetto.
È una giornata sospesa, quasi irreale. I volti della gente raccontano un misto di emozione, ansia, superstizione e speranza. Nelle scuole gli studenti parlano solo della partita: “Chi giocherà? Neres o Raspadori?” si chiedono. Negli uffici il lavoro procede al rallentatore mentre i bar si riempiono di commenti e pronostici. C’è chi azzarda una vittoria secca e chi, più prudentemente, spera che da Como arrivino “buone notizie”.
Anche chi normalmente è distante dal pallone oggi si scopre tifoso, perché quando il Napoli è a un passo dal tricolore, lo è tutta la città, nessuno escluso. È un fatto di appartenenza, di identità, di passione collettiva. C’è chi ricorda vecchie beffe, chi si affida a scaramanzie, chi già prepara bandiere e fuochi d’artificio. Tutti, però, vivono questa giornata con il cuore in mano.
Il Maradona sarà un catino ribollente, ma la vera forza sarà la città intera. Napoli oggi aspetta. In silenzio o facendo rumore. Chi prega e chi fa “‘o casin”. Ansie e attese diverse, ognuno a modo suo. Ma tutti uniti, oggi più che mai.