Bloccato in casa al terzo piano perchè il saliscale necessario per i suoi spostamenti è ancora senza collaudo. Gennaro Zanfardino, di 21 anni, risiede con la famiglia in via Paternum 78 nel quartiere di San Pietro a Patierno. Invalido al 100% a causa di una tetraparesi spastica, lascito di una meningite contratta quando aveva solo 5 mesi, il ragazzo è costretto su una sedia a rotelle, soffre di continue convulsioni e si nutre soltanto attraverso una Peg (non riesce a deglutire). InterNapoli si era già occupato di Gennaro, quando la mamma, Antonia De Luca, denunciò lo stop dell’indennità dell’Inps che gli veniva riconosciuto per la sua condizione. L’interessamento della nostra testata portò poi alla nuova erogazione dei fondi necessari, con l’Istituto di previdenza che ammise l’errore.
La denuncia della mamma di Gennaro
Mamma Antonia lancia un nuovo appello sempre attraverso InterNapoli.it: «Mio figlio ha urgentemente bisogno di cure. Deve recarsi all’Ospedale Cardarelli per delle cure. Il saliscale gli operai sono venuti a montarlo poche settimane fa dopo quattro anni di richiese al Comune di Napoli, grazie al consigliere municipale Giuseppe Pistone e padre Francesco Cimmino della chiesa di San Pietro a Patierno, ma tuttora è privo di collaudo. La ringhiera delle scale dopo il montaggio dei sostegni al saliscale si è ristretta e la sedia a rotelle che prendevamo in braccio, non ci passa. Non c’è più spazio. Si rischia di rimanere incastrati e Gennaro può farsi male».
Un episodio emblematico, spiega le difficoltà attuali. «Qualche giorno fa io e mio marito avevamo trasportato Gennaro prendendo in braccio come sempre la sedia a rotelle per recarci da mia madre, sempre nel nostro palazzo e visti gli spazi angusti delle scale adesso, nostro figlio ha rischiato di cadere. Abbiamo paura, francamente».
Antonia prosegue. «Ci avevano assicurato che sarebbe avvenuto in due tre giorni, ma non si è visto nessuno e in queste condizioni Gennaro non può attendere troppo e c’è la necessità di andare al Cardarelli per prenotare le visite. In caso contrario – conclude – dovremmo farle di nuovo private e a domicilio. Abbiamo bisogno di aiuto».
