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giovedì, Maggio 9, 2024
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Napoli è inaccessibile, il caro affitti alle stelle caccia i napoletani dal centro città

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A Napoli i turisti stanno letteralmente cacciando i napoletani dal centro città. A causa del boom turistico, infatti, una moltitudine di abitazioni è stata convertita in B&B e strutture turistiche. Ciò ha comportato la diminuzione delle case per residenti, con il conseguente aumento vertiginoso del costo degli affitti. Per un monolocale di 35 metri quadrati ci vogliono 800 euro al mese. Se invece si vuole provare ad acquistare si parte da 2.500 euro a metro quadro, contro i 4.000 di Milano. Con la differenza che il reddito medio di un napoletano è di 27 mila euro annui a fronte dei 37 mila di un milanese. Dati che rendono oggi Napoli la città meno accessibile d’Italia per il mercato immobiliare.

Impossibile trovare casa a Napoli, caro affitti alle stelle

Uno studio di settore di Area Proxima e la voce.info, dimostra come l’indice di accessibilità del mercato immobiliare a Napoli sia il peggiore d’Italia. Lo studio compara i prezzi delle case con il reddito medio annuo, e analizza i quartieri delle grandi città italiane. Con un indice medio dello 0,3, a Napoli il 60% dei quartieri risulta poco accessibile mentre il 30% risulta non accessibile. Dietro il capoluogo partenopeo ci sono Milano, Roma e Bologna. A fare la differenza proprio la differenza di reddito. Napoli tra le grandi città è la più povera d’Italia ma con i prezzi di acquisto delle case e, di conseguenza, anche degli affitti, più alti in base al reddito percepito. Si parte dal centro dove il mercato degli affitti vede ancora pochissime mese messe a disposizione per residenti e studenti, ma a cerchi concentrici quella che è a tutti gli effetti una bolla speculativa coinvolge tutta la città.

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Così i quartieri a ridosso del centro come Avvocata, Materdei, Montecalvario, ma anche Fuorigrotta e Rione Sanità, vedono schizzare i prezzi degli affitti alle stelle. Per non parlare poi delle zone ricche come il Vomero, Posillipo, Chiaia, la fascia costiera di Bagnoli. Per trovare degli affitti accessibili restano le periferie e ancora di più l’immensa provincia di Napoli con una concentrazione di 2.000 abitanti per chilometro quadrato. Il doppio della provincia di Milano. Un processo speculativo che sta cacciando di fatto i napoletani dalla propria città, sempre più una sorta di parco giochi per turisti e inaccessibile per i residenti.

La parola ai lavoratori

Rosa Sica è una lavoratrice a tempo indeterminato del pubblico impiego, lavora all’Università Federico II di Napoli. Nonostante la sua condizione stabile, per lei trovare casa è una vera e propria impresa. “Quando parliamo di monolocali, intendo proprio una sola stanza con il bagno e angolo cottura. Arriva fino a 800-850 euro al mese e non se ne trovano a meno di 700 euro al mese, per uno spazio che va dai 25 ai 35 metri quadrati. E’ una follia” ci spiega. “Io ho un contratto stabile, non sono più precaria, ma è una fatica incredibile trovare casa”. Anche perché ogni mese diventano sempre di meno. “Negli ultimi tre mesi mi è capitato tre volte di prendere un appuntamento per vedere una casa e di essere chiamata qualche giorno prima dal padrone di case che mi comunicava che non la affittavano più perché la avrebbero adattata a B&B” sottolinea Rosa.

E se un lavoratore immaginasse di mettere su famiglia? Potrebbe vivere a Napoli? La situazione sarebbe ancora più dura e complicata. “Io ho la fortuna di essere da sola in questo momento, ma se per esempio io fossi una mamma e avessi bisogno di una stanza in più sarebbe ancora peggio. Il mercato ci offre case anche di 60 metri quadrati per chi ha una famiglia, ma con affitti che arrivano a 1300 euro al mese. E’ impossibile pagare 1300 euro al mese di affitto se il tuo stipendio è di 1300 euro al mese. Qui è proprio il diritto alla casa che viene negato”.

La parola agli studenti

Non va meglio agli studenti, che stanno protestando a Napoli, come in altri atenei contro il caro affitti. Probabilmente proprio le case per gli studenti, spesso fatiscenti e poco manutenute, sono state le prime ad essere trasformate in B&B e case vacanze. Nicola Cappabianca studia Giurisprudenza alla Federico II di Napoli e per trovare una stanza di affitto c’ha impiegato 2 mesi e mezzo. “La mia ultima stanza era di 6 metri quadrati contati, l’intonaco si staccava dalle pareti, il pavimento era rotto e pagavo, nella zona di Corso Umberto, 250 euro al mese escluse utenze. Oggi per trovare una stanza il costo medio è di 350 euro al mese, sempre senza le utenze. E parliamo sempre di catapecchie, con le muffe, i bagni che non funzionano, e una coabitazione con 4-5 persone in una casa”. Secondo i dati del Comune di Napoli in città i multiproprietari, cioè persone che posseggono dai 3 appartamenti in su, sono 5.000. Probabilmente tra i pochi a cui la bolla speculativa del mercato immobiliare legata alla turistificazione della città, sta dando vantaggi e prosperità.

“La mia ultima padrona di casa, solo con le stanze che ci affittava nella casa dove abitavo, guadagnava 1300 euro al mese, ma poi aveva anche altri appartamenti” racconta Nicola. “Oggi chi fittava agli studenti fa i B&B e le case vacanze, perché quello che guadagnava in un mese lo guadagna in uno o due giorni”. Una città che espelle i residenti dal centro e dove il trasporto pubblico non brilla per eccellenza, vede peggiorare notevolmente la sua qualità della vita per i suoi cittadini. E gli studenti non sono da meno, per potersi permettere stanze a 350 euro al mese di media sono costretti a lavorare, e per loro si spalancano le porte dei lavori nei baretti e nei ristoranti zeppi di turisti. “Per poter pagare queste cifre siamo poi costretti a lavorare a 30-40 euro al giorno, sottopagati ed in nero, nei baretti e nei ristoranti che sono il simbolo della turistificazione selvaggia. E’ un cane che si morde la cosa”, spiega Nicola.

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