Tanta rabbia ieri al Castellani di Empoli per i giocatori del Napoli. A fine partita, infatti, Victor Osimhen ha tentato di inveire contro i tifosi azzurri: per fortuna, però, Juan Jesus ha subito pacato gli animi. Insigne e Mertens applaudono, ma i fischi non risparmiano neanche loro. Succede anche altro, ma non in campo.
A fine partita, quando i giocatori del Napoli rientrano nello spogliatoio, Edoardo De Laurentiis – il figlio del presidente – li raggiunge. Si sentono calci e pugni sferrati contro gli armadietti, qualcuno addirittura parla di Meret con la testa tra le mani in un angolo. Scene di rabbia e di sconforto per aver detto definitivamente addio al sogno scudetto. Poi la decisione sulla punizione, ovvero quella del ritiro: il capitano Insigne, con il supporto di alcuni compagni di squadra, avrebbe tentato di convincere Spalletti a far cambiare idea al presidente. Niente da fare.
Il ritiro a ‘metà’ del Napoli
Il programma del ritiro
”La società, la direzione sportiva, l’allenatore e lo staff – spiega la nota – hanno deciso che la cosa più importante da fare in questo momento sia quella di integrare l’abituale scheda quotidiana di allenamento. I turni di lavoro resteranno gli stessi con una grande attenzione per le singole componenti individuali e per il gruppo. Riunioni di teoria e valutazioni delle prossime partite, come sempre fatto. Il tutto integrato, e questa è la novità, da incontri serali a cena per aprirsi maggiormente su eventuali criticità, problematiche, incomprensioni, qualità di gioco. Tutto per massimizzare l’eccellente qualità dei nostri calciatori dimostrata nella prima parte della stagione”.