“Un’attività come la nostra, con questo calo di fatturato del 30%, potrebbe chiudere entro 5 anni”. Germana Falibretti, commerciante e presidente dell’associazione Artigiana’, denuncia come il cambio di abitudini dei turisti, più dediti al food,a Napoli sta rendendo complicata la sopravvivenza dei negozi di artigianato. “Anche la concorrenza dei negozi gestiti dagli stranieri ci sta penalizzando” aggiunge Falibretti
Ad esempio in via Duomo c’è il proliferare del fenomeno di negozi di calamite e souvenir made in Pakistan. Alcuni commercianti storici che hanno sottoposto diverse perplessità sul mutamento del tessuto commerciale del centro storico e sulle difficoltà a competere con realtà che hanno enormi disponibilità economiche a fronte di incassi pari a zero oltre che sui mancati controlli delle occupazioni di suolo pubblico.
“In via Duomo e in altre strade del centro storico stiamo assistendo alla scomparsa progressiva del tessuto economico tradizionale in favore dell’apertura di decine di negozi di calamite e souvenir di provenienza estera la cui gestione è poco chiara e fuori controllo. Ne abbiamo censiti ben 18 negozi in soli 150 metri. Negozi che vendono la stessa identica merce, uno di fianco all’altro, senza che si veda mai nessuno acquistare, eppure sostengono fitti di migliaia di euro e vengono presi con cediture di decine di migliaia di euro. Da dove proviene questo flusso di soldi? C’è qualcuno dietro? Il tutto avviene nell’indifferenza generale e a fare denunce siamo sempre più in pochi. Bisogna fare chiarezza al più presto su questo fenomeno così come occorre effettuare controlli rigidi sulle occupazioni di suolo esterne a questi esercizi commerciali che invadono sempre più i marciapiedi. Sia fatta chiarezza anche sui rapporti di lavoro dei dipendenti di questi negozi chiarendo se siano in regola e assicurati”. Queste le parole di Borrelli.

