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mercoledì, Giugno 26, 2024
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“Non rinunciamo a Tattoo Records, cercheremo un altro posto”, il Comune di napoli valuta l’alternativa

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La recente notizia della chiusura di Tattoo Records ha colpito profondamente la comunità napoletana. Questo storico negozio di dischi, situato in piazzetta Nilo, non rappresenta solo un’attività commerciale, ma un vero e proprio avamposto culturale che, per oltre 40 anni, ha svolto un ruolo cruciale nel panorama musicale della città. L’annuncio ha suscitato una forte reazione emotiva non solo tra gli appassionati di musica, ma anche tra le istituzioni locali. L’avvocato Ferdinando Tozzi, esperto di diritto d’autore e delegato per l’industria musicale e l’audiovisivo del Comune di Napoli, insieme al sindaco Gaetano Manfredi e all’assessore al Turismo Teresa Armato, ha espresso l’intenzione di trovare una soluzione per preservare l’importante funzione culturale di Tattoo Records.

L’avvocato Ferdinando Tozzi

«L’annuncio della chiusura di Tatto Records colpisce tutti da un punto di vista emozionale. La nostra idea, d’accordo con il sindaco Gaetano Manfredi, con l’assessore al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato e con Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune, è quella di capire se sia possibile trovare un altro posto, in modo da non far svanire la funzione che un avamposto culturale cittadino come questo ha avuto e difeso per 40 anni». A parlare è l’avvocato Ferdinando Tozzi esperto di diritto d’autore, delegato per l’industria musicale e l’audiovisivo, attraverso la struttura amministrativa del Servizio Cultura del Comune di Napoli.

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Voi istituzioni avete intenzione di incontrarvi con il proprietario e deus ex machina di Tattoo Records Enzo Pone?
«Si, vorremmo farlo quanto prima. Tatto Records è un qualcosa al di là della semplice attività commerciale. In questa isola musicale di piazzetta Nilo, generazioni di appassionati, musicisti, si sono incontrati, confrontati, hanno ascoltato e scoperto musica, acquistato dischi. Un punto di riferimento, di ritrovo a cui Napoli deve molto. Tattoo sostenendo tanti artisti negli anni, offrendo una vetrina promozionale ai loro lavori, ha fatto vera ‘industria culturale’, proprio quello che facciamo noi con il progetto a lungo termine ‘Napoli Città della Musica’, perché la musica è strumento fondamentale per la crescita culturale, civile, sociale ed economica di tutta la comunità».

Mirate a mettere a sistema, valorizzare ed internazionalizzare la creatività musicale?
«Esatto e proviamo a farlo, oltre che con grandi eventi e reti internazionali anche creando dei legami di reciprocità tra le istituzioni e gli attori del territorio partenopeo: Tatto Records è uno dei grandi attori del territorio».

Tra i motivi della chiusura descritti da Pone (altri come ha scritto sul suo social li dirà dopo il giorno della chiusura previsto per il 15 ottobre) vi è, citando le sue parole il fatto che «piazzetta Nilo, negli ultimi anni è diventata una realtà non tanto facile da vivere professionalmente per chi tende a vendere un prodotto diverso da una pizza o un cuoppo puzzolente di pesce scongelato male»
«Comprendo il punto di vista, per questo motivo lo scorso anno il sindaco Manfredi e l’assessore Armato hanno posto dei limiti nel centro storico patrimonio Unesco, con un piano di tutela, all’apertura di nuove attività commerciali, attraverso un blocco per tre anni per la somministrazione di alimenti e bevande. Nella stessa area, sempre per i prossimi tre anni, non sarà consentito neanche l’ampliamento di attività già esistenti Ci vuole un giusto equilibrio come in tutte le cose».

Lei è un frequentatore di Tatto Records?
«Certo, come tutti coloro che amano la musica. Frequento il negozio, anche se è riduttivo per i motivi fin qui esposti definirlo così, da quando avevo 20 anni. Un paio di anni fa, mentre passeggiavo per il centro con Malyka Ayane, ci entrammo e stemmo a lungo a curiosare tra i vinili e a chiacchierare. È vero, i dischi ormai si ascoltano solo in streaming, ma c’è da dire che le vendite del vinile negli ultimi anni sono in ripresa. Vi è una nicchia di appassionati che ama ed acquista dischi e questa va preservata e alimentata per le giovani generazioni, attraverso avamposti culturali come Tattoo Records. Confido in una soluzione che vada incontro alle esigenze di tutti»

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