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giovedì, Aprile 25, 2024
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Omicidio a Scampia, l’ombra lunga degli Amato-Pagano sul quartiere

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L’omicidio di Vincenzo De Luca potrebbe essere un fatto interno agli Abbinante (leggi qui la notizia di Internapoli) o una spia del tentativo degli Amato-Pagano di riprendere quota nel quartiere.  Queste le due piste emerse nelle ultime settimane in ambienti investigativi (indagini condotte dai carabinieri della compagnia Stella e del Nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dalla procura antimafia) in relazione all’omicidio di ‘Tarantella’ (chiamato così per il suo carattere fumantino). De Luca è stato ucciso nel circolo ricreativo “Ultrà Napoli sezione Scampia Ciccio Turrini” di via Annamaria Ortese nella zona cosiddetta della 33. Secondo una prima parziale ricostruzione il killer sarebbe arrivato con un complice su uno scooter che lo attendeva all’esterno e sarebbe entrato indisturbato all’interno del circoletto. Segno evidente che De Luca lo conosceva e che dunque non aveva nulla da temere. Dopo aver esploso i colpi il sicario è fuggito con il complice rimasto ad attenderlo con il motore acceso. A terra oltre al corpo esanime di De Luca (morirà durante il tragitto in direzione del Cardarelli) una quindicina di proiettili 9×21.

Il profilo di De Luca ‘Tarantella’: l’articolo di lancio

De Luca era indicato negli ambienti di mala come una persona molto vicina al boss Antonio Abbinante e suo figlio Arcangelo. Una persona molto conosciuta al Monterosa storica ‘roccaforte’ del gruppo. C’è però un dato che potrebbe spiegare in parte il suo omicidio: Antonio Abbinante è stato scarcerato sabato scorso (era in carcere a Catania) e sottoposto agli arresti domiciliari per la violazione di una sorveglianza speciale. Saranno i carabinieri a dover carpire il nesso tra i due eventi. Tuttavia le modalità con cui è avvenuto l’agguato farebbero pensare ad una sorta di epurazione interna, una ‘punizione’ per la forse troppa voglia di autonomia del ras 39enne. Molto più debole al momento la pista che porta a contrasti con altri gruppi con cui vige al momento uno stato di tensione come la Vanella Grassi. Del resto eseguire un agguato in quella zona avrebbe necessitato di più di un appoggio logistico: via Ortese è una strada con un solo punto di accesso quindi vi era bisogno di un’azione repentina, senza dare nell’occhio, e invece a quanto sembra il sicario è entrato nel circoletto indisturbato avvicinandosi senza problemi alla vittima che dunque conosceva. L’altra ipotesi porta alle nuove mire delle giovani leve del clan Amato-Pagano così come emerso dalla recente ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 31 arresti nel gruppo di Melito e Mugnano (leggi qui l’articolo).

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