L’omicidio di Alessandra Matteuzzi può essere per certi versi classificato come delitto d’onore: è quanto emerge dalle motivazioni dei giudici della Corte d’Assise di Bologna che hanno motivato l’ergastolo per il 28enne ex calciatore Giovanni Padovani.
Ergastolo a Giovanni Padovani: si trattò di delitto d’onore
Non si trattò, dunque, per le modalità messe in atto dal killer, di un delitto d’amore, bensì di un delitto d’onore visto che il movente è stato un desiderio di vendetta.
“È improprio attribuire l’omicidio ad una insana gelosia dell’imputato, la quale, semmai, costituì il movente del delitto di atti persecutori, mentre l’omicidio fu motivato da un irresistibile desiderio di vendetta, uno tra i sentimenti più irragionevoli, eppure imperativi”. Per i giudici, dunque, più che di “omicidio d’amore quanto piuttosto di un omicidio d’onore, sia pure in una malintesa accezione di quest’ultimo”.
Alessandra Matteuzzi uccisa a martellate
L’ex calciatore la sera del 23 agosto 2022, a Bologna, uccise l’ex compagna, Alessandra Matteuzzi, 56 anni. Il 28enne la raggiunse sotto casa in via dell’Arcoveggio, e, con la scusa di volerle parlare, la attirà giù nell’area condominale. Lì la colpì ripetutamente con un martello, calci, pugni, per poi travolgerla con una panchina presa dal giardino. Per venti minuti infierì sul corpo agonizzante di Alessandra, provocandole 20 traumi diversi al viso e almeno 12 fratture.