Nuovi dettagli emergono dopo l’omicidio di Arcangelo Correra, il giovane ucciso da un colpo di pistola sabato scorso in piazza Sedil Capuano. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, Raffaele Caiafa avrebbe chiesto allo zio di far sparire la Berretta usata nel delitto, invece, la mamma del ragazzo indagato, Anna Elia, avrebbe aiutato gli inquirenti a ritrovare la pistola.
“Era tornato a casa, si era cambiato e aveva riferito allo zio C. di aver lasciato a Piazza Sedil Capuano sia il suo motociclo che la pistola dalla quale era partito il colpo mortale, chiedendogli di recuperare il tutto. Cosa che lo zio aveva effettivamente provveduto a fare. Era stata poi la madre di Caiafa a riferire alla polizia giudiziaria il luogo dove era stata nascosta l’arma che effettivamente la P.G. prontamente recuperava. Si trattava di una Beretta mod. 92, calibro 9×2, con matricola abrasa sul carrello“, scrive nell’ordinanza il giudice Maria Gabriella Iagulli.
Il racconto da brividi dopo la morte di Arcangelo Correra
“Arcangelo lo sfidava a sparare, mostrando il petto…tutti guardavano nella loro direzione e, una volta esploso il colpo, gli avevano urlato ‘cosa hai fatto’”. Mette i brividi il racconto contenuto nell’ordinanza con la quale la Gip ha disposto il carcere per Renato Caiafa, il diciannovenne che avrebbe fatto partire “per sbaglio” il colpo di pistola che all’alba dello scorso 9 novembre ha ferito a morte l’amico diciottenne Arcangelo Correra, poi morto in ospedale. Nel racconto agli inquirenti Caiafa riferisce “di essersi reso conto che si trattava di un’arma vera e propria solo al momento dello sparo e, in particolare, allorquando aveva visto il sangue di Arcangelo a terra”.
“Solo chi ne avesse conosciuto il posizionamento preciso dell’arma avrebbe potuto vederla”, sostiene la gip Maria Gabriella Iagulli. A Caiafa si contesta il porto, la detenzione e la ricettazione dell’arma (per l’omicidio è solo indagato) una calibro 9×21 con la matricola cancellata e un serbatoio maggiorato nel quale c’erano almeno 18 dei 26 colpi che poteva contenere. Un’arma clandestina e potenziata dal grande valore di mercato.