Confermate in Cassazione le condanne a 14 anni e mezzo di reclusione emesse nei confronti dei tre giovanissimi che nel marzo del 2018, quando erano ancora tutti minorenni, uccisero Francesco Della Corte, guardia giurata in servizio all’esterno della stazione di Piscinola. I 5 gradi di giudizio non sono serviti ad accertare se gli aggressori volessero o meno rapinare realmente la vittima.
Omicidio Della Corte, i familiari: “Temiamo un ulteriore sconto di pena in Cassazione” [ARTICOLO 15 NOVEMBRE 2021].
«Chiediamo per l’ennesima volta giustizia. La stessa giustizia che ci ha traditi diminuendo di due anni la già misera pena iniziale di 16 anni e mezzo e il permesso premio concesso a uno degli assassini di mio padre». A lanciare l’appello è Giuseppe Della Corte, figlio di Francesco il vigilante rimasto ucciso nel marzo del 2018 all’esterno della metropolitana di Piscinola a seguito di un’aggressione. Responsabili della morte di “Ciccio” tre ragazzi: Luigi Carrozza, Kevin Ardis e Ciro Urzillo. Il prossimo 23 novembre si celebrerà a Roma un nuovo processo in Cassazione e la preoccupazione della famiglia è che ci sia un ulteriore sconto di pena come avvenuto in precedenza. Dopo la condanna a 16 anni e mezzo nei primi due gradi di giudizio, La Cassazione annullò le precedenti condanne. Il successivo appello ridusse la pena a 14 anni escludendo l’aggravante per i tre giovani, all’epoca dei fatti tutti minorenni.
La preoccupazione della famiglia Della Corte
Ora, in vista della sentenza del 23 novembre, la famiglia di Francesco Della Corte non nasconde le preoccupazioni per un eventuale nuova diminuzione della condanna per Carrozza, Ardis e Urzillo, residenti a Piscinola, che colpirono il vigilante utilizzando oggetti contundenti. «Le sensazioni sono distruttive – afferma con un velo di tristezza Giuseppe – Ci ritroviamo di nuovo ad affrontare il tema della valutazione della pena per gli assassini di mio padre. Ogni volta che proviamo a ripartire, ci troviamo dinanzi a questo grado di giudizio con la richiesta di sconto di pena ai killer». Giuseppe aggiunge: «Già ritenevamo misera la pena di 16 anni e mezzo, figurarsi quella di 14 anni e figurarsi se ci sarà un ulteriore sconto. È chiaro che nulla può ripagare il nostro dolore ma almeno, e lo faccio per l’ennesima volta, chiedo giustizia».