martedì, Luglio 22, 2025
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«Ora gli scrivo una lettera», il piano del boss Pecorelli per conquistare Miano

Ordini dal carcere e riciclaggio. Il gruppo Pecorelli di Miano presto alla sbarra: nelle scorse settimane infatti la Procura antimafia ha fissato per il prossimo autunno il giudizio immediato per Oscar Pecorelli ‘malomm, il figlio Rosario, la moglie Mariangela Carrozza, Oscar Pecorelli ‘o pastore, Vincenzo Bocchetti e Francesco Battimiello. Non è da escludere che i neoimputati, difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono, possano optare per il rito abbreviato. Le manette per ‘o malomm, la moglie e il figlio erano scattate nuovamente lo scorso gennaio: secondo la Procura di Napoli, sebbene condannato all’ergastolo per omicidio e ininterrottamente recluso dal 2010,’o malomm avrebbe continuato ad esercitare il comando usando dei cellulari in carcere e sfruttando la collaborazione della moglie e del figlio, ciascuno destinatario di una misura cautelare. Nell’inchiesta emerge il piano criminale di Pecorelli e del cugino per riprendersi Miano. L’intenzione di ‘o malomm’ sarebbe emersa da una conversazione, intercettata nel marzo del 2024, con un suo uomo di fiducia al quale avrebbe dato diversi ordini. Pecorelli riusciva a comunicare con i suoi dal carcere di Opera. “Vedi che è uscito Genny… Incontrati con Giggiotto… Vai a parlargli e fargli sapere, digli, mio fratello ti vuole parlare, perché, ora è uscito il cugino, sono uscite sei, sette nipoti dei suoi, non vuole che vi dovete prendere a mazzate, dobbiamo essere uniti… Noi siamo una famiglia e ci dobbiamo volere tutti quanti bene… E prima di arrivare a litigare, dobbiamo stare tranquilli, ora esce anche Genny, ci sono anche altri sei, sette miei nipoti… Incontrati anche con loro. Si deve fare, uno si mette da una parte, un altro si mette ad un’altra, un altro si mette ad un’altra, ognuno si deve… Ognuno si fa le sue cose, in grazia di dio, deve essere pure che ci vogliamo bene, contro la gente estranea ed ognuno si mantiene i compagni suoi, diciamo, più che tiene vicino. Senza che ci uccidiamo una parte di noi e facciamo ridere i pentiti e facciamo ridere gli scornacchiati. Ora scrivo una lettera anche a Gigiotto, te la mando e tu gliela porti. Hai capito?“.