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“Ora pagate 500 euro o vi facciamo causa”, Dazn chiede i danni ai “furbetti” del pezzotto

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Lo aveva promesso e l’ha fatto. DAZN ha spedito duemila raccomandate per chiedere i danni a chi ha usato il «pezzotto» per guardare illegalmente le partite di calcio senza pagare l’abbonamento.

I soggetti interessati, già multati dai finanzieri in un’operazione dello scorso maggio, hanno la possibilità di pagare 500 euro a titolo di conciliazione. Chi non lo farà, avvisa la piattaforma di streaming, andrà incontro a «iniziative giudiziarie di natura risarcitoria» che comportano «un aggravio dei costi».

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Una cifra modesta se messa a confronto con le perdite milionarie che i sistemi pirata causerebbero al business dei diritti televisivi sullo sport. Nonostante questo, si tratta della prima iniziativa di questo tipo.

Dazn chiede i danni ai “furbetti” del pezzotto, quali sono i rischi se non si paga

Lo scorso settembre, le principali piattaforme avevano chiesto all’autorità giudiziaria le identità dei «pirati», in un’azione condivisa anche con la Serie A: «Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che ‘chi sbaglia paga’» aveva detto l’ad della Lega calcio, Luigi De Siervo. La cifra chiesta da DAZN si aggiunge alla sanzione amministrativa già erogata dalla guardia di finanza, che può aggirarsi tra i 154 e i 5mila euro. Non solo soldi, l’azienda chiede anche «il formale impegno a non porre in essere in futuro ulteriori comportamenti che ledano i diritti». La stessa strategia potrebbe essere messa in pratica da altri servizi di streaming nelle prossime settimane.

E ovviamente, non potevano mancare le reazioni. Quando il documento ha iniziato a circolare, c’era già chi su un gruppo di consigli legali del social Reddit si interrogava sul da farsi. Un utente ha postato la raccomandata chiedendo se sia una richiesta legittima e com’è meglio procedere: «Se è già stata pagata la sanzione amministrativa, è legittimo che DAZN chieda anche questo indennizzo privato? Ci possono essere conseguenze?». Poi, dopo alcuni commenti, la decisione: «Meglio dare i soldi a un professionista, piuttosto che a una compagnia che offre un servizio caro e scadente».

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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