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mercoledì, Aprile 24, 2024
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“Pagano i disoccupati per fare le stese, li mandano a sparare per 50€”

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Il titolo di questo articolo non è una montatura sensazionalistica. Purtroppo. Sono parole che fanno stupore, che fanno male. Le ha dette un parroco di periferia, uno di quelli che non si limita al suo ruolo ecclesiastico. Parliamo di Don Modesto, il parroco del Rione Villa a San Giovanni a Teduccio. In un’intervista rilasciata a La Repubblica – Napoli, Don Modesto è triste, sconsolato ma estremamente preciso nel descrivere la quotidianità del Rione. «Si comprano la fame delle gente per pochi euro», dice lapidario. Si prova sgomento nel leggere – sentire – le sue parole. Che sono vere e senza filtri. Poi, ancora: «Oggi non avvengono solo le stese compiute in sella agli scooter, ma la camorra mette le pistole in mano a povere persone. Pagano i senza lavoro, i padri di famiglia, per andare in strada e sparare».

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Via Sorrento nel Rione Villa. Secondo il parroco del quartiere, i camorristi pagano i disoccupati per sparare

Pagati per sparare, l’unico appiglio per ‘campare’

Pagano i disoccupati per sparare. Cinque parole che rimbombano nella testa. L’area Est di Napoli è in particolare fermento. A livello criminale e poco altro, come ribadisce lo stesso parroco. «Qui è più semplice comprare la fame della gente. In questo Rione non c’è quasi più nulla. Hanno chiuso quasi tutti i negozi. Sono rimaste solo la parrocchia e la scuola. Ci sono tante persone che vengono da me in chiesa e mi dicono: “Padre ne voglio uscire”. Li esorto ad andare dalle forze dell’ordine, ma hanno fame e paura». Questo forte disagio sembra generare una sorta di “cane che si morde la coda”, in loop perpetuo. Ma l’aspetto, forse, più deprimente è che l’altra città sembra non importarsene affatto. Il centro storico viaggia su altre – e nuove – corde. I quartieri che si affacciano sul mare sono come concentrati sul turismo estivo. I quartieri bene abbassano lo sguardo. Intanto, a San Giovanni per 50 euro ci si vende alla camorra. Perché quei 50 euro pesano eccome.

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Un auto crivellata di colpi durante una stesa nel Rione Villa

Riportare l’attenzione sul quartiere: pagano i disoccupati per uccidere Napoli

«Mica devi uccidere. Spara in alto e contro quel palazzo, fai un po’ di ammuina». Si comincia così, con delle richieste soft. Sparare in aria, fare ammuina. Che poi è pur sempre sparare, far sentire la presenza di un clan sul territorio. Il dramma si presenta quando gli obiettivi cambiano. Pagano i 40-50 euro, e la richiesta diventa “uccidere”. E uccidere non è come sparare in aria. Ed è lì che si genera il caos. Ma non tutto è perduto. Napoli Est viene tenuta in vita attraverso lo sforzo di associazioni e personalità che il quartiere lo vivono e amano davvero. Il Parco dei Murales per attirare persone nuove e, magari, attivare un indotto turistico. Ma anche un corteo per riportare al centro dell’attenzione il dramma del Rione Villa. «Eravamo in molti, ma molti altri non hanno partecipato. E’ stato comunque un successo perché per la prima volta si è svolta una manifestazione del genere al Rione Villa. La gente ha paura di uscire in strada, ma ha anche paura di restare in casa perché teme che da un momento all’altro un proiettile possa trapassare una persiana ed entrare nella stanza».

 

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