Mentre il sito ufficiale della Santa Sede non ha ancora aggiornato il profilo del nuovo Pontefice – che compare ancora come sede apostolica vacante – i social non aspettano. Da ore stanno circolando e facendo discutere alcuni vecchi tweet del neoeletto Papa Leone XIV, al secolo il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, relativi a prese di posizione nette contro Donald Trump e l’attuale vicepresidente americano JD Vance.
Tra i più rilanciati, un tweet del 3 febbraio scorso in cui Prevost, allora Prefetto del Dicastero per i Vescovi, citava un articolo del National Catholic Reporter criticando Vance: “JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di classificare il nostro amore per gli altri“. Un’affermazione che già allora suscitò attenzione negli ambienti cattolici progressisti americani.
Ma è un post del 15 aprile a delineare con ancora maggiore chiarezza il suo orientamento. In un repost, Prevost condannava la gestione delle politiche migratorie da parte di Trump e Bukele, rilanciando la storia di Evelio, ex immigrato salvadoregno divenuto cittadino statunitense, che denunciava una deportazione giudicata illegale. Il cardinale, che ha vissuto molti anni in Perù e ne ha ottenuto la cittadinanza, si è sempre mostrato sensibile alle tematiche legate ai diritti degli immigrati, in particolare dell’America Latina.
Questi elementi, dicono alcuni osservatori, potrebbero già anticipare una delle linee guida del pontificato di Leone XIV: la centralità dell’accoglienza, la difesa dei più vulnerabili e l’attenzione verso le ingiustizie sociali, in piena continuità con il Magistero di Papa Francesco. E non a caso, nel suo primo discorso da Pontefice ha parlato della necessità di “costruire ponti”, evocando un’idea di Chiesa aperta, dialogante e solidale.