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venerdì, Maggio 24, 2024
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“Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l’abbiamo armata anche noi”, l’omelia del Vescovo di Napoli

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Lutto cittadino oggi a Napoli in occasione dei funerali di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ammazzato in piazza Municipio. Il rito funebre, celebrato dall’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, si tiene nella chiesa del Gesù Nuovo.

In lacrime, in braccio il corno di Giògiò. È arrivata così, in chiesa Daniela Di Maggio, la mamma del musicista 24enne ucciso da un ragazzo di 17 anni. «Giustizia per mio figlio, questo è il momento del dolore insopportabile – ha detto al suo arrivo- Vi preghiamo di essere discreti. Oggi è un momento di grande raccoglimento. Fatelo per Giovanbattista che ci teneva al rispetto e alla legalità».

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Prima dell’inizio dei funerali di Giovanbattista Cutolo sono arrivati in chiesa, a Napoli, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che hanno abbracciato a lungo la mamma.
Presenti in prima fila anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Ai piedi dell’altare è stato esposto anche uno striscione del teatro San Carlo.

La cerimonia funebre è presieduta dal vescovo di Napoli, mons Domenico Battaglia.
Sul muro della scuola ‘Foscolo’, adiacente alla chiesa, è stato affisso lo striscione ‘Adesso suona con gli angeli. Ciao Giogio’ ‘.

«Non ti voglio descrivere perché non l’ho mai fatto, mi sono limitata sempre a dire che eri la persona più sensibile. Eri la mia piccola ombra, il gigante buono. Tu sei un uomo d’onore, il migliore. Napoli sei tu, non Mare Fuori o Gomorra». Così, in una lettera letta in chiesa, Ludovica, la sorella di Giogiò, ricorda il 24enne ucciso a Napoli.

«Quante volte hai creato piccole trappole in casa, opere ingegneristiche. E tutti gli scherzi. Siamo sempre stati una squadra. Non ti è mai importato cosa io volessi, lo esaudivi», si legge nel testo. E ancora: «Parli con tutti, sei curioso su tutto. Uso il presente perché è l’unico che tu conosci. Imitando te ho imparato che nessuno va lasciato mai da solo. Perché suoni il corno? Perché nessuno lo suona. Sei un gigante buono, sempre a sorreggere tutti. Tu sei un centro di gravità permanente. Tu ami questa città e mai l’avresti lasciata nonostante io ti avessi detto di farlo Napoli sei tu non è Mare fuori o Gomorra o il Maestro delle cerimonie».

Prima dell’inizio dei funerali sono arrivati in chiesa il ministro Gennaro Sangiuliano, che ha abbracciato a lungo la mamma, e il governatore Vincenzo De Luca. Lungo abbraccio anche con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Presenti diversi esponenti delle istituzioni, come Antonio Bassolino, Sergio Costa, e della Cultura come Maurizio de Giovanni. La Chiesa del Gesù Nuovo è gremita da tanti amici di Giogiò e comuni cittadini
Sulla bara il corno di Giogiò
Applausi anche in chiesa all’arrivo della salma di Giogiò. La bara bianca viene abbracciata dalla mamma che si chiede «perché» e chiede anche «giustizia». Alla sua richiesta di nuovo applausi in chiesa.

L’OMELIA DI DON MIMMO BATTAGLIA

«Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l’abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, con le promesse non mantenute, con i proclami, i post, i comunicati a cui non sono seguiti azioni, con la nostra incapacità di comprendere i problemi endemici di questa città abitata anche da adolescenti – poco più che bambini – che camminano armati, come in una città in guerra» ha detto il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia, interrotto da continui applausi.
«Non vorrei essere qui oggi. Non vorrei essere qui ad accompagnare l’ennesimo giovane figlio di Napoli, ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa città. Non vorrei essere qui non perché voglia sottrarmi al dolore immenso dei genitori di Giovanbattista e di tutti coloro – parenti, amici, compagni – che lo piangono con il cuore spezzato e straziato dall’angoscia, dall’incredulità, dallo smarrimento. Non vorrei essere qui perché semplicemente avrei voluto che non ce ne fosse il motivo». Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nell’omelia, durante i funerali di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso. «E più che parlare di Giovanbattista avrei voluto parlare con Giovanbattista, più che sentir parlare di lui, della sua bravura, della sua arte e voglia di vivere, avrei voluto toccarla con mano, magari ascoltando un concerto della sua orchestra o una delle sue magnifiche composizioni, come quella che il suo papà mi ha fatto ascoltare qualche giorno fa. Ma, purtroppo, nessuno di noi ha il potere di cambiare la realtà, nessuno di noi può far tornare indietro le lancette della storia e del tempo, fermando quella mano giovanissima ma già deviata, come purtroppo tante volte accade con i ragazzi di questa città», ha aggiunto il vescovo di Napoli. «Insieme a Giogiò vi dico: impegnatevi, Napoli, ha bisogno di giustizia, di pace, di vita, di speranza, ha bisogno di voi». Lo ha detto l’arcivesovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dei funerali, che si stanno svolgendo nella chiesa del Gesù, del giovane musicista ucciso. «Carissimi giovani, la vostra presenza in questa chiesa dimostra due cose: quanto Giogiò è amato e quanto è grande il dolore che un gesto violento e criminale ha provocato in tutti voi», ha proseguito.

Sulla bara il corno che suonava il giovane e una sua foto.
La mamma di Giogiò: «Ergastolo per il balordo»

«Ergastolo per il balordo, ergastolo per il balordo. Non è giusto». Lo ripete la mamma di Giovanbattista: «Quel balordo ha ammazzato una comunità intera – dice – Dobbiamo cambiare la storia con la morte di Giogiò, la sua morte è stato un sacrificio, è inaccettabile. Gli ho preparato il vestito perché ci teneva al concerto con la Scarlatti ed ora è nella bara».

Le parole dell’avvocato del killer

Ieri Davide Piccirillo, avvocato difensore del 17enne reo confesso dell’omicidio di Cutolo, ha dichiarato che il giovane “è ancora sotto shock, è restio a parlare. È disperato. Ha chiesto scusa ai suoi genitori e valuteremo la possibilità di scuse alla famiglia del musicista. Ha metabolizzato il suo gesto ed è molto provato e risentito per quello che ha commesso“.

Un minuto di raccoglimento prima dell’inizio delle gare dei campionati regionali

Un minuto di raccoglimento prima dell’inizio delle gare dei campionati regionali in programma nel fine settimana, in memoria di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a Napoli. È quanto disposto su proposta del presidente del comitato regionale Campania Figc Lnd Carmine Zigarelli. “La nostra più totale vicinanza e le nostre più sentite condoglianze ai genitori di Giovanbattista Cutolo. Il calcio campano – spiega Zigarelli – ricorderà questo fine settimana su tutti i campi la giovane vittima con un minuto di raccoglimento, ribadendo con fermezza il ‘no’ a ogni forma di violenza. Dobbiamo fare squadra tra le istituzioni tutte per poter giocare tutti da titolari la partita più importante della nostra vita, quella contro ogni violenza”

Bandiere a mezz’asta all’Università degli studi di Napoli Parthenope. “Ricordiamo con commozione e sincero dolore – dice il rettore Antonio Garofalo – un giovane brillante e pieno di vita che ogni giorno contribuiva a rendere migliore la sua città, la nostra città. Questa escalation di violenza è intollerabile, dobbiamo contrastarla tutti insieme, ognuno per le sue competenze. Nessuno escluso. Dobbiamo difendere Napoli”.

Esami balistici sull’arma
Sono iniziati gli esami balistici sulla pistola che ha ucciso il musicista la notte tra il 30 e il 31 agosto scorso a Napoli, dopo una lite scoppiata per uno scooter mal parcheggiato. È stato proprio il ragazzo di 17 anni, arrestato per omicidio volontario e detenuto nel carcere minorile partenopeo di Nisida, a far ritrovare l’arma del delitto. Il minorenne ha anche riferito che quella pistola non era sua, ma gli era stata data da qualcuno del gruppo di amici che frequentava. Circostanza questa che sarebbe smentita dalle immagini di videosorveglianza del locale dove è avvenuta la rissa.

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