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giovedì, Marzo 28, 2024
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Agguato a Pianura, catturato baby pistolero dei Calone

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Nonostante la giovane età vanterebbe già un discreto passato criminale. È stata eseguita nelle scorse ore un’ordinanza di custodia cautelare a carico del 22enne Antony Junior Manuel Lopes, giovane ritenuto vicino al clan Calone-Marsicano. Lopes è finito nella rete della Direzione Distrettuale Antimafia perchè sospettato di essere l’esecutore materiale del tentato omicidio di Michele Ortone, il giovane ferito l’estate scorsa a Pianura. In quell’occasione Ortone dichiarò di essere rimasto vittima di un tentativo di rapina, versione che non ha mai convinto gli inquirenti. Lopes viene indicato come particolarmente vicino al ras Antonio Calone che si sarebbe servito del giovane in diverse occasioni. Era luglio scorso quando Ortone arrivò all’ospedale San Paolo con un colpo di pistola alla gamba. Dichiarò di aver subito un tentativo di rapina: versione che non ha mai convinto gli investigatori anche per i precedenti della ‘vittima’. Ortone infatti in passatofu coinvolto in un cruento fatto di sangue quando fu accusato di aver accoltellato un altro giovane (leggi qui l’articolo). Secondo la ricostruzione fatta all’epoca dai carabinieri il 20enne accoltellato avrebbe contestato a Ortone un debito insoluto di 50 euro, relativo ad un corrispettivo pattuito per il prestito di una carta prepagata. Episodio su cui sono ancora in corso accertamenti. Secondo le ultime informative Ortone in passato sarebbe stato vicino al gruppo Esposito di Bagnoli mentre negli ultimi tempi sarebbe stato visto sempre più spesso in compagnia di personaggi legati alla mala delle case gialle di Pianura. Gli investigatori ipotizzano uno sgarro nel mondo della criminalità locale.

L’articolo precedente: l’arresto di Michele Ortone

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«Sono stato accoltellato perché volevo indietro la mia carta Postepay». Queste le parple di Salvatore Spagnuolo, il 20enne napoletano aggredito con una raffica di fendenti lo scorso 11 ottobre a Pianura a Il Mattino. Dopo l’aggressione era ricoverato reparto di Cardiochirurgia del Monaldi. «Conosco questo ragazzo da circa 5 anni. Non è mai stato tra i miei amici fraterni ma nei suoi confronti avevo sempre mostrato amicizia, ospitandolo persino in casa mia quando ne aveva avuto bisogno. Da un po’ di tempo avevo notato suoi atteggiamenti strani fino a quando, prima dell’aggressione. Mi chiese il favore di prestargli la mia carta Postepay. Mi disse che dovevano versargli 300 euro e lui non sapeva come fare, così gli diedi la mia carta ma con il trascorrere delle ore tardava nel riportarmela. Ero preoccupato, ho insistito per riaverla, ottenendo solo offese finché gli ho chiesto di incontrarci».

«Quando ho visto che non rispondeva alle mie telefonate e non mi dava notizie, ho cominciato a preoccuparmi che potesse utilizzare la mia Postepay in modo improprio o creandomi dei problemi. In passato, ho vissuto alla giornata ma da due anni la mia vita è cambiata perché è nata mia figlia. Lavoro onestamente e ogni giorno metto da parte i soldi per assicurarle un futuro e non farle mancare nulla. Sono un bravo ragazzo e quando ho letto notizie sull’accoltellamento che mi descrivevano come un delinquente, mi sono ripromesso che avrei raccontato la verità

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