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Picchiato e sequestrato per un debito, a processo il boss Rullo e i ras dei Contini

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La Procura non fa sconti e ha disposto il giudizio immediato per Nicola Rullo, reggente dei Contini, e per i ras indagati insieme a ‘o nfamon nel sequestro e nel pestaggio del figlio di un imprenditore per un debito di 300mila euro circa. Oltre al boss andranno dunque alla sbarra la sorella Maria, Ciro Carrino, Rosario De Tommaso, Carlo Di Maio, Gabriele Esposito, Assunta Giuliani, Giovanni Giuliani, Marcello Madonna, Giuseppe Moffa, Salvatore Pisco e Armando Reginella. Sono accusati a vario titolo di sequestro di persona, estorsione, minacce e violenza. Una violenza da macelleria messicana. La brutalità che entra in scena in un anonimo appartamento della Doganella. Li è stato condotto il figlio di un imprenditore. Attimi drammatici, scene da film, litri e litri di sangue ad inondare il pavimento subito pulito dagli uomini del clan. Al centro dell’inchiesta culminata per il nuovo rinvio a giudizio per ‘o nfamone il sequestro del figlio di un armatore di Posillipo che sarebbe stato condotto in un appartamento in zona Doganella e li sequestrato e picchiato per spingere il padre a versare al clan Contini una quota pari ad un debito di circa 365mila euro. Le indagini, dirette dalla squadraobile e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno condotto lo scorso ottobre all’emissione di un decreto di fermo a carico di sette persone. Gli inquirenti sostengono che Rullo fosse il mandante del sequestro, il quale è stato orchestrato con la modalità tipica dei gruppi camorristici. Spetterà adesso al collegio difensivo (composto dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone, Andrea Imparato, Roberto Saccomanno, Antonio Delvecchio e Vincenzo Strazzullo) provare a ridimensionare le accuse per i loro assistiti.

La denuncia del padre della vittima

Anche il padre del rapito è stato ‘trattenuto’ dagli uomini del clan per un’ora e, una volta giunto al cospetto di Rullo, sarebbe stato colpito da quest’ultimo con una martellata in petto e minacciato:”Se non mi porti i miei soldi io vi uccido”. Peggio è andato al figlio letteralmente massacrato per ore, colpito con una mazza da baseball e addirittura con un sanpietrino alla testa mentre i complici di Rullo pulivano le tracce di sangue. Solo in serata il malcapitato è stato dapprima portato a Castelvolturno poi medicato alla buona e scaricato all’esterno dell’ospedale Fatebenefratelli. Il padre della vittima in sede di denuncia ha spiegato che mentre Rullo picchiava il figlio gli ha sferrato una martellata al petto minacciandolo di morte e obbligandolo a registrare un messaggio vocale in cui l’imprenditore chiariva che aveva effettivamente contratto un debito e che gli uomini del clan non gli dovevano niente. Una volta uscito dall’abitazione l’uomo però non ha ceduto ed è andato dritto in Questura a denunciare gli aguzzini.

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