Mamma e figlio arrestati nel giro di pochi giorni, entrambi per estorsione, ma in due episodi totalmente diversi e scollegati tra loro. Stamattina i Carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Andrea Coratza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per estorsione aggravata dal metodo mafioso dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di Renato Mussolino, 32enne di Qualiano. Le attività di indagine condotte dalla Stazione Carabinieri di Varcaturo, diretti dal maresciallo Procolo Petrungaro, sono scaturite dalla denuncia presentata da un imprenditore 42enne di Giugliano il quale a sua volta, nel 2016, era stato arrestato per una reati tributari commessi attraverso l’intestazione fittizia di numerose imprese commerciali di carpenteria metallica a lui riconducibili attraverso le quali aveva frodato il fisco per alcuni milioni di euro.L’arrestato, che è uno dei prestanome indagato nello stesso procedimento, tra il marzo e l’ottobre di quest’anno aveva, attraverso biglietti minatori, messaggi e telefonate, richiesto ripetutamente denaro all’imprenditore, rivendicandolo come a lui spettante per aver concorso nel reato ed averne sofferto il successivo iter giudiziario, convincendolo alla fine a corrispondergli 200 euro, utilizzando la minaccia di appartenere al clan camorristico attualmente egemone a Qualiano.Di seguito, tuttavia, le richieste estorsive si erano intensificate e l’uomo aveva richiesto a più riprese prima la somma di 20mila euro poi quella di 10mila, arrivando a presentarsi sotto casa dell’ex complice armato di una mazza da baseball, sfondando a calci la porta di ingresso e rivolgendo le medesime minacce alla suocera convivente dell’uomo che non si
La madre arrestata pochi giorni fa
Nei giorni scorsi a finire in manette è stata anche la madre, Loredana M., destinataria di un definitivo pena per estorsione ad un prete. I fatti risalgono al marzo dell’anno scorso. La donna è stata condannata a 2 anni e 4 mesi, di cui alcuni già scontati. I carabinieri di Qualiano l’hanno ammanettata per il residuo pena e portata in carcere.
I FATTI – Il prete napoletano guidava una parrocchia in provincia di Isernia (in passato era stato anche a Parete, nel Casertano) dove ha incontrato una donna, originaria di Qualiano ma residente da tempo in provincia di Isernia, con la quale ha coltivato pian piano un rapporto intimo. La ragazza, dopo la fine della relazione, ha iniziato però a minacciarlo tramite telefonate ed sms: “Se non mi dai i soldi racconto a tutti quello che è successo tra noi”, diceva la donna, costringendo il prete a sborsare fior di quattrini attraverso ricariche Postpay. Alle richieste estorsive si è unita anche un’altra della donna. Anche lei si era fatta ricaricare la carta prepagata. A quel punto il sacerdote, che aveva consegnato ai due ben 42mila euro, non ce l’ha fatta più e li ha denunciati. Per L.M., classe ’66 di Qualiano, e A.S., classe ’89, sono stati disposti i domiciliari.


