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HomePoliticaRegionali, D’Angelo (Avs): “Sono stato rinviato a giudizio”. Bocche cucite nel centrosinistra

Regionali, D’Angelo (Avs): “Sono stato rinviato a giudizio”. Bocche cucite nel centrosinistra

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A quattro settimane dal voto per le Regionali in Campania, il candidato di Alleanza Verdi e Sinistra Sergio D’Angelo ha reso noto di essere stato rinviato a giudizio.

La comunicazione, ha spiegato lo stesso D’Angelo in un post pubblicato sui social, gli è stata notificata dalla Questura nella giornata di ieri. Il procedimento riguarda le manifestazioni a sostegno dei 300 lavoratori di Gesco rimasti senza impiego dopo la risoluzione dei contratti.

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«Sono rinviato a giudizio per le manifestazioni spontanee ma assolutamente pacifiche a supporto dei 300 lavoratori di Gesco licenziati senza preavviso», scrive D’Angelo. L’ex assessore comunale e storico esponente del mondo del welfare napoletano parla di una coincidenza “difficile da accettare serenamente”, vista la tempistica a ridosso delle elezioni.

Secondo quanto riferisce il candidato, il capo d’accusa sarebbe di aver “promosso riunioni pubbliche per chiedere la salvaguardia dei livelli occupazionali”. «Tradotto: ho manifestato insieme a chi ha perso il lavoro», aggiunge, sottolineando che le iniziative si svolsero in modo “pacifico, con compostezza e dignità”.

D’Angelo, che nel suo messaggio esprime «sconcerto» anche per gli arresti avvenuti nelle scorse ore alla Mostra d’Oltremare, parla di «un brutto clima in Italia», in cui «chi alza la voce per i più deboli commette un reato, chi tace viene premiato».

Il candidato ha infine assicurato che informerà i sostenitori sugli sviluppi della vicenda giudiziaria nelle prossime settimane.

I nuovi risvolti della vicenda giudiziaria che riguarda Sergio D’Angelo non sono ancora stati commentati dal leader campano di Avs Francesco Emilio Borrelli e dal candidato presidente del centrosinistra Roberto Fico.
Proprio l’ex presidente della Camera nei giorni scorsi si era espresso sul tema delle liste pulite e sull’eventualità o meno di candidare indagati o rinviati a giudizio.

“Sin dall’inizio ho posto con forza la questione dell’etica nelle candidature, e molti di coloro che non rispondevano a quei criteri oggi non fanno parte della nostra coalizione – aveva dischiarato Fico – Non si può trasformare un avviso di garanzia in una condanna preventiva, ma nemmeno ignorare il valore etico della politica”.

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Redazione Internapoli
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