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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Nascosto in cella frigo per evitare l’arresto, resta in carcere il ras Giovanni Cortese

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Giovanni Cortese resta in carcere. Il gip questa mattina, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha infatti convalidato l’arresto del ras dei Di Lauro. Cortese (assistito dal suo avvocato Claudio Davino) dovrà dunque rimanere in carcere per aver violato un obbligo di dimora. O cavallar, uomo di punta del clan Di Lauro e ‘pezzo da novanta’ del clan era infatti finito in manette domenica a San Marcellino. Una notizia anticipata da Internapoli.it (leggi qui la notizia). Si trovava infatti presso il locale Tenuta del Barone. All’arrivo dei carabinieri si è nascosto all’interno di una cella frigo della cucina del ristorante venendo poi scoperto. Questo per aver violato un obbligo di dimora presso la provincia di residenza. Ad ammanettarlo i carabinieri di San Marcellino coordinati dal gruppo di Aversa del tenente colonnello Donato D’Amato. Dopo le formalità di rito trasferito presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Cortese rappresenta un ‘pezzo di storia’ del clan Di Lauro. Di lui hanno parlato diversi collaboratori di giustizia indicandolo come il ‘regista’ della rinnovata intesa tra il clan Di Lauro e la Vanella Grassi per l’approvvigionamento di droga,.

La scalata di Cortese nel clan Di Lauro

Una scalata nel clan di Ciruzzo ‘o milionario iniziata nel mondo dei ‘cavalli di ritorno’ e nella provincia di Napoli con un ruolo di capopiazza a Melito. Il primo verbale è di Vincenzo Lombardi, ex componente del braccio armato del clan agli ordini di Cosimo Di Lauro.  «Giovanni Cortese ’o cavallaro aveva il ruolo di controllo del rione Berlingieri, in particolare il controllo dei cosiddetti “cavalli diritorno”, acquistando direttamente dai ladri o rapinatori le autovetture per poi contattare i proprietari e fare i cavalli di ritorno. Nel corso della faida si è avvicinato a Pica,anche per fargli conoscere affiliati esterni al rione quali Maurizio Maione, i fratelli Pacchina e altri ancora».«Giovanni Cortese – ha poi continuato il collaboratore di giustizia Lombardi – si è occupato delle estorsioni a Melito. A tutte le persone affiancate da Giovanni Cortese a Giuseppe Pica, nel senso che le indicava per valutarle da un punto di vista criminale, venivano affidate mansioni diverse: chi doveva portare soldi, chi doveva occuparsi del mantenimento dei ragazzi nel rione».

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Le rivelazioni di Tamburrino su Cortese

L’ultimo a parlare di Cortese è stato però il super pentito Salvatore Tamburrino, ossia colui che ha rivelato agli inquirenti dove si nascondeva Marco Di Lauro (leggi qui l’articolo).«Giovanni Cortese, detto ’o cavallaro, è un aliato storico al clan, ha avuto un ruolo nella droga, nei “cavalli di ritorno”, ora sta con Salvatore Di Lauro, e ha partecipato a degli omicidi». Per il momento quest’ultima parte è stata omissata dalla Procura ma, nei prossimi mesi, potrebbero esserci novità.

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