Imprenditore edile trapianto in Toscana
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Le investigazioni si sono incentrate su un imprenditore operante nel settore edile, originario
di Casaluce e trapiantato a Grosseto, già condannato dalla Corte d’Appello di Napoli
già condannato con sentenza definitiva per estorsione (art. 629 comma 2 c.p.) aggravata dal metodo mafioso (già art. 7 L. 203/1991 ora art. 416-b/s 1 c.p.) per aver agevolato il gruppo criminale di Vincenzo Zagaria.
Le indagini hanno consentito di documentare che il citato imprenditore, attraverso società
intestate a suoi prestanome, avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa, pari ad
almeno 300mila euro, riferibili a un soggetto contiguo al clan dei casalesi, imputato per
auto-riciclaggio e frode fiscale e già coinvolto in indagini in materia di criminalità organizzata di matrice camorristica.