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martedì, Marzo 19, 2024
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Rischia di morire soffocato a 13 mesi, pediatra lo salva in strada

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Salvato in extremis dalla pediatra. Un bambino di soli 13 mesi ha rischiato di morire soffocato a Camposampiero, in provincia di Padova, e solo la prontezza della dottoressa Maria Chirco ha evitato il peggio. «Il piccolino quando è arrivato nel mio studio in via Puccini era già in condizioni critiche, respirava male – racconta la pediatra a Il Gazzettino – Aveva 39 di febbre e veniva da una notte difficile. Ad un certo punto ho visto il bimbo “spegnersi”, non respirava più». La dottoressa Maria Circo ha ripercorso così quei drammatici e concitati momenti: «Il bambino, tra le braccia della mamma preoccupata, ha cominciato ad avere delle convulsioni. Le sue condizioni sono subito peggiorate. A questo punto, con una sincope febbrile dovuta all’occlusione delle vie aeree, ho pensato di uscire dall’ambulatorio per respirare dell’aria fresca».

Proprio all’esterno dell’ambulatorio la pediatra è stata costretta ad eseguire le manovre: «In sala d’attesa c’era tanta gente che ha assistito al disperato tentativo di rianimare il bimbo che, nel frattempo, si era afflosciato. Il bambino aveva gli occhi sbarrati e non c’era alcun contatto con lui. Ho immediatamente e disperatamente iniziato a praticare le manovre salvavita di respirazione naso e bocca in due serie da 15 e c’è stato un primo rigurgito». «Era stato un momento solo, però, in quanto il piccolo non dava altri segnali positivi. La madre era entrata in panico – ammette la pediatra di Camposampiero – e a quel punto, considerato che l’ambulanza non arrivava e le labbra della piccola creatura erano diventate nere, mi sono decisa a praticargli un massaggio cardiaco. Ho ripetuto la respirazione bocca e naso e, miracolo, gli occhietti del bimbo si sono mossi appena, i polmoni si erano liberati e c’erano segni di vita».

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La dottoressa Chirco, non senza un filo di commozione, ha raccontato il lieto fine di questa brutta avventura: «Arrivati i sanitari, il bambino ormai fuori pericolo è stato trasportato prima all’ospedale di Cittadella e successivamente a Padova, da dove il giorno dopo è stato dimesso ed è potuto tornare a casa a S. Giorgio delle Pertiche». Maria Chirco però non si sente però un eroe, dice di aver fatto solo il suo dovere, ma sottolinea quanto la tempestività molte volte sia l’arma migliore per salvare vite.

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