Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno. Pasquale Scognamiglio, 56enne a capo dell’omonimo gruppo attivo tra Miano e Piscinola è stato scarcerato e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Il gip del tribunale di Napoli ha accolto l’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Domenico Dello Iacono, relativa alla richiesta di attenuazione della misura cautelare. Scognamiglio, insieme ai figli, era balzato agli onori delle cronache tre anni fa con il maxi blitz che aveva decimato il suo gruppo accusato del coinvolgimento in alcuni fatti di sangue.
Di lui aveva parlato anche il pentito Emmanuele Palmieri che aveva chiarito che vi era un progetto di attentato proprio nei confronti di Scognamiglio senior: «Quella sera – ha spiegato Palmieri – decidemmo che poiché il giorno dopo avremmo dovuto rifornire le singole piazze di spaccio, ci saremmo impossessati della armi, occultate in un garage, e della droga, così da poterla rivendere e trattenere il ricavato. La nostra intenzione era anche quella di ammazzare gli Scognamiglio, in particolare Giovanni e Pasquale, ma poiché loro stavano sempre sotto casa di Cesare Duro ed era estate, avremmo destato dei sospetti se vestiti a maniche lunghe ci fossimo recati sotto casa di Duro. Siamo soliti indossare felpe a maniche lunghe, pantaloni lunghi prima degli agguati per evitare che si possano vedere segni distintivi del corpo tipo i tatuaggi».
