Il Consiglio dei Ministri ha sciolto ufficialmente il Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche. La decisione è arrivata nel pomeriggio su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo la riunione convocata ieri. Nella stessa seduta sono stati sciolti anche i comuni di Aprilia (Lazio), Badolato e Casabona (Calabria).
A Caserta, una commissione d’accesso era stata inviata dal Viminale ad agosto 2024. Sebbene la relazione finale non sia ancora stata resa pubblica, fonti ministeriali parlano di “condizionamenti mafiosi” tali da giustificare il provvedimento.
Dura la reazione del sindaco Carlo Marino, avvocato, esponente del Pd e presidente di Anci Campania: “Lo scioglimento è un atto politico e amministrativamente abnorme. Chiederemo subito l’accesso agli atti e lo impugneremo al TAR del Lazio”.
Marino, rieletto nel 2021 con una coalizione di centrosinistra, respinge ogni accusa e annuncia battaglia legale. Ora la città sarà guidata da un commissario prefettizio fino a nuove elezioni.
Il provvedimento rappresenta un duro colpo per l’immagine della città e solleva interrogativi sulla reale portata dell’infiltrazione criminale nelle istituzioni locali. In attesa della pubblicazione della relazione ispettiva, a Caserta si apre una fase di transizione carica di tensione e incertezza.