Rovinato dal gioco d’azzardo e poi finito nel vortice delle minacce e delle ‘pressioni’ del clan. Questa la triste ‘parabola’ di un imprenditore 45enne che partecipò ad una partita di ‘zecchinetta’ in un circolo in odore di clan. Uno degli organizzatori di quella bisca infatti era legato a doppio filo ai ras arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri della compagnia di Giugliano. In manettesono finiti Carmine Cerqua, Roberto Corona, Alfredo Lama, Gennaro Ronga, Giuseppe D’Alterio e Giuseppe Sacco che dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, nonché di estorsione, detenzione e porto illegali di arma da sparo, delitti aggravati dalla finalità di agevolare l’organizzazione camorristica dei Mallardo. Altri quattro soggetti risultano indagati ma non è stata applicata alcuna misura cautelare. Come ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare uno degli indagati prestò alla vittima circa 120mila euro: la serata andò male e la vittima perse tutto. A quel punto per l’uomo iniziarono i guai con le pressioni dei ras della fascia costiera per la restituzione dei soldi prestatigli per poter partecipare. I carabinieri hanno così accertato che uno degli indagati, Emanuele Piscopo, avrebbe rivolto frasi minacciose all’indirizzo della vittima:«Tu alle 19 devi venire qua, non hai capito niente.Vieni a Varcaturo, forse non hai capito, se non ti presenti vengo io a casa tua».
L’articolo precedente: Clan Mallardo, i soldi delle estorsioni nella cassa comune per pagare gli stipendi ai detenuti
Per conto del clan Mallardo, componente di rango della federazione mafiosa chiamata Alleanza di Secondigliano, avrebbero sottoposto a estorsione sotto la minaccia delle armi diversi commercianti della zona di Giugliano in Campania: è quanto i carabinieri di Giugliano e la Dda di Napoli contestano a sei persone nei confronti dei quali il gip ha emesso cinque arresti in carcere e uno ai domiciliari.
I reati contestati dagli inquirenti sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegali di armi aggravati.
I proventi delle attività estorsive, è emerso dalle indagini del militari dell’arma, confluivano in una cassa comune utilizzata per mantenere le famiglie degli affiliati detenuti alle quali veniva versato uno stipendio mensile.
Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per Carmine Cerqua, Roberto Corona, D’Alterio Giuseppe, Alfredo Lama e Gennaro Ronga. Per Giuseppe Sacco, invece, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, presso la propria abitazione. L’ordinanza, che vede indagate in totale 10 persone, emessa dal Gip dr.ssa Ambra Cerabona ricostruisce nelle 64 pagine vari episodi di estorisone risalenti al 2023. Corona e Ronga sono difesi dall’avvocato Luigi Poziello, Cerqua dall’avvocato Giuliano Russo. Giuseppe D’Alterio difeso dagli avvocati Luigi Poziello e Alessandro Caserta.
L’inchiesta è nata dalla vicenda relativa alla tentata estorsione commessa ai danni di un cantiere edile aperto in via Madonna del Pantano a Giugliano finalizzato alla costruzione di un’immobile. Gli investigatori hanno effettuato intercettazioni ambietali e registrazioni attraverso microspie a danno di alcuni indagati. Da quel momento sono stati ricostruiti una serie di episodi estorsivi effettuati sul litorale ai danni di imprese e attivita commerciali.
In particolare, gli indagati avrebbero posto in essere una serie di attività estorsive in danno di commercianti della zona, che sarebbero stati minacciati anche con l’uso di armi.
Inoltre, sarebbe emerso che i proventi delle attività illecite confluivano in una cassa comune, che sarebbe stata utilizzata per assicurare il mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, mediante l’erogazione di uno stipendio mensile.


