Dopo oltre tre ore di camera di consiglio, la Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Napoli ha emesso nel tardo pomeriggio di oggi la sentenza di secondo grado nel processo al cosiddetto “Nuovo Clan Partenio”. Intorno alle 18 di ieri, i giudici hanno pronunciato un verdetto che, pur introducendo alcune modifiche, conferma nella sostanza l’impianto accusatorio già sancito in primo grado.
Condanne confermate per i vertici del clan
Restano immutate le pene più severe inflitte ai leader dell’organizzazione criminale. Pasquale Galdieri, ritenuto il capo del sodalizio, vedrà confermata la pena a 25 anni di reclusione. Stessa sorte per il fratello Nicola Galdieri (21 anni), Ernesto Nigro (17 anni) e Giovanni Volpe (9 anni e 9 mesi). Una decisione che ribadisce con fermezza la responsabilità dei vertici nella riorganizzazione mafiosa dell’area avellinese.
Riduzioni e riforme per altri imputati
Diversa la situazione per alcune posizioni secondarie. Carmine Valente ottiene una significativa riduzione della pena, da 21 a 15 anni, in seguito all’accoglimento delle argomentazioni difensive presentate dall’avvocato Raffaele Bizzarro. I giudici non hanno riconosciuto a Valente un ruolo apicale nel clan, portando così a una revisione profonda della sentenza di primo grado.
Altri imputati ottengono lievi sconti di pena: Diego Bocciero passa da 20 anni a 19 anni e 10 mesi, mentre Carlo Dello Russo scende da 24 anni e 9 mesi a 24 anni e 7 mesi.
Un processo simbolo della lotta alla criminalità organizzata irpina
Il processo al “Nuovo Clan Partenio” si conferma uno dei più emblematici nella recente storia giudiziaria dell’Irpinia. Anche in secondo grado, la Corte ha riconosciuto la pericolosità e l’esistenza del sodalizio criminale sorto dalle ceneri del disciolto Clan Genovese, evidenziandone la capacità di intimidazione e l’influenza sul territorio.
Pur introducendo correzioni nei singoli ruoli all’interno dell’organizzazione, la sentenza d’appello rafforza l’impianto probatorio costruito in fase istruttoria. Restano ora da attendere le eventuali mosse delle difese in vista di un possibile ricorso in Cassazione. Intanto, la giustizia compie un nuovo passo nella lotta alla criminalità organizzata.