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martedì, Maggio 7, 2024
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Sequestrati 14mila profumi e cosmetici tossici, blitz a Napoli

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Sequestrati 14mila profumi e cosmetici tossici, blitz a Napoli. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e contestuale sequestro probatorio, emesso da dalla Procura salernitana, nei confronti di un’azienda operante nel settore del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, di articoli di profumeria e per la cura della persona, ritenuta responsabile della distribuzione di cosmetici contenenti una sostanza chimica vietata, classificata come cancerogena e tossica.

Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia di Cava de’ Tirreni, hanno preso spunto
dall’approfondimento dei canali di approvvigionamento attraverso i quali venivano immessi sul mercato articoli dannosi per la salute, partendo da “piccoli commercianti” del settore presenti nel comune metelliano, con conseguente sequestro, in una prima fase, di circa 2000 prodotti rinvenuti in diversi punti vendita.

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BLITZ IN PROVINCIA DI NAPOLI

Le successive investigazioni hanno permesso poi di individuare, quale maggiore distributore degli articoli nocivi, una società della provincia di Napoli. Pertanto è stato emesso da questa Procura della Repubblica decreto di perquisizione e sequestro, in esecuzione del quale sono stati rinvenuti e sottoposti a vincolo cautelativo oltre 14mila prodotti cosmetici, pronti per essere venduti, prevalentemente all’ingrosso a diversi esercizi commerciali
presenti su tutto il territorio nazionale, contenenti tra la lista dei componenti il composto chimico Lilial (una sostanza aromatica di sintesi denominata “butylphenyl methylpropional”), ritenuto reprotossico, ossia “dannoso per il sistema riproduttivo e per la salute del feto” e pertanto vietato dal Regolamento comunitario.

In alcuni casi, l’originaria composizione del prodotto cosmetico, era stata camuffata
mediante l’apposizione sulla confezione di una nuova etichetta non riportante la molecola vietata. L’immissione sul mercato di tali prodotti nocivi, oltre ad arrecare danni gravi per la salute dei consumatori, avrebbe consentito di realizzare un profitto per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.

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