La guardia di finanza di Caserta ha completato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni per oltre 4 milioni di euro alla Dhi Di Nardi Holding industriale spa, società che si occupa di raccolta dei rifiuti solidi non pericolosi, nonché il patrimonio personale dei rappresentanti legali pro-tempore. La misura cautelare fa seguito ad altri due sequestri operati nel 2017, sempre nei confronti della medesima società per precedenti analoghi reati tributari. Le ulteriori indagini delegate alla guardia di finanza hanno consentito di accertare che la società aveva omesso il prescritto versamento di ritenute fiscali certificate, nonché dell’Iva, anche per gli anni di imposta dal 2014 al 2016.
La Procura ha quindi nuovamente avanzato richiesta di sequestro dei beni fino all’ammontare delle imposte evase. Il gip ha disposto il sequestro preventivo delle disponibilità liquide della società e, per equivalente, dei beni nella disponibilità del suoi amministratori pro-tempore fino al valore delle imposte complessivamente evase (tra la parte di ritenute Irpef operate in capo ai dipendenti e l’Ia a debito della società poi non versate) stimato in oltre 4 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione del predetto decreto sono state inizialmente sequestrate le risorse finanziarie liquide presenti nei conti bancari societari per oltre 380mila euro e successivamente sono stati aggrediti i beni personali degli indagati.
In particolare ad Alberto Di Nardi, 38 anni, rappresentante legale della Dhi fino al 7 marzo 2016, sono stati sequestrati anche i beni immobili che lo stesso aveva conferito nel 2015 nel trust Black Hole, avente quale beneficiario il proprio figlio e quale trustee (ossia amministratore del trust) il presidente del collegio sindacale della Dhi. In particolare, gli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza hanno consentito di dimostrare un evidente abuso dello strumento giuridico del trust , atteso che i beni conferiti sono rimasti comunque nella. disponibilità di fatto del disponente Di Nardi, che in questo modo aveva solo formalmente trasferito nel trust i beni personali con l’evidente scopo di schermare, mediante un soggetto interposto, il suo patrimonio proprio al fine di eludere l’esecuzione delle misure cautelari reali che avrebbero potuto essere emesse a suo carico a fronte dei reati tributari per cui era stato ed è tutt’ora indagato.
La guardia di finanza ha sequestrato anche i beni nella disponibilità dei rappresentanti legali che sono subentrati a Di Nardi, cioè Pasquale Lagnese, 37 anni e Alessandro Di Nardi, 66 anni, padre di Alberto. Sulla base di tale provvedimento, il nucleo di polizia economico-finanziaria di Caserta ha sottoposto a vincolo cautelare tre appartamenti, un locale commerciale, un ufficio, un’autovettura, pacchetti azionari di due società e rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 1.800.000 euro.


