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giovedì, Marzo 28, 2024
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«Si era preso i soldi per uccidermi», così il pentito capì di essere sul ‘libro nero’ degli Abbinante

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E’ un lungo elenco di accuse quelle formulate da Luigi Rignante contro i suoi ex soci del clan Abbinante. Una decisione, quella di collaborare con la giustizia, presa dall’uomo dopo aver appreso della volontà del suo clan di ucciderlo. Da allora l’ex ras del Monterosa ha raccontato ai magistrati tutto quello che sapeva raccontando anche i particolari di alcuni fatti di sangue. In uno dei primi verbali Rignanti lancia pesanti accuse contro Raffaele Abbinante, l’uomo che per un periodo ha retto il clan prima della scarcerazione del boss Antonio Abbinante.

Il racconto di Rignante nel verbale del 28 luglio 2021

«Raffaele Abbinante poco prima di essere arrestato lo scorso giugno, mi disse che tramite un certo Ginotto, di Marano, doveva arrivare un carico di droga dalla Spagna. Ginotto è una persona che riuscirei a riconoscere, con il quale avevamo già lavorato. Raffaele mi disse che non aveva i soldi per comprare questo carico di droga. Io gli dissi che avevo la possibilità di prestargli la somma per acquistare il predetto carico, avendo da parte questi 35mila euro che erano frutto dei miei risparmi dall’attività di vendita della droga per conto degli Abbinante. In sede di dicitura, specifico che l’ammontare del denaro che occorreva per tale carico, a detta di Raffaele era di 43mila euro (per 10 Kg. di hashish), e che comunque lui sapeva benissimo che avevo questo denaro conservato Questo avveniva la domenica prima che fu arrestato a giugno. Vista la mia disponibilità, lui mi chiese subito i soldi in questione dicendomi che il carico sarebbe arrivato il successivo mercoledì e lui non voleva fare la brutta figura con Ginotto di non avere i soldi per pagare. Nonostante le mie resistenze a dargli subito tutta la somma, pretese comunque i soldi (si trattava di quattro mazzetti da 5mila euro ciascuno, in banconote da 50; 2 tinti da 2mila euro ciascuno, in banconote da 20; ed altri mazzetti in banconote da 10 e 5 euro), Solo successivamente ho capito che l’acquisto di una partita di droga era solo pretesto per prendersi i soldi, essendoci da parte del clan l’intenzione di uccidermi, e, quindi, di appropriarsi di tale somma».

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Il carico che non era arrivato: i sospetti di Rignante sugli Abbinante

Il racconto poi prosegue:«Dopo l’arresto di Raffaele Abbinante infatti, ho saputo che la droga a Merano non era mai arrivata: mi recai a Villaricca da suo cognato cui pure spiegai tutto. Questi mi disse che si sarebbe informato, ma non mi fece sapere niente. Dopo qualche giorno lo ricontattai e mi disse che la droga a Ginotto non era mai arrivata, quindi il mio denaro non era stato mai consegnato al predetto. Anche io avevo provato, senza successo, a cercare il predetto Ginotto. Ho capito dunque che il denaro se lo era preso Abbinante, in vista della mia uccisione».

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